Otto anni fa nasceva NordVPN, uno dei servizi di Virtual Private Network oggi più diffusi e di miglior livello (sicuramente sotto il profilo della velocità). Inevitabile che l'azienda arrivasse a tagliare quel traguardo festeggiandolo con una serie di migliorie e di upgrade.
Le novità principali, naturalmente, riguardano tutte l'ambito della sicurezza, che viene migliorato e curato grazie ai seguenti interventi:
- Da settembre 2020 i server NordVPN sono diventati diskless: in pratica le macchine non hanno più un hard-disk fisico, ma fanno girare il sistema operativo e salvano i propri dati accedendo a una rete distribuita. Questo espediente, unito alle tecnologie crittografiche e alla politica no-log applicate dall'azienda fa sì che risalire ai dati di navigazione degli utenti diventi praticamente impossibile, tanto più che NordVPN, avendo base a Panama, è al di fuori della giurisdizione del gruppo 5 Eyes e suoi successivi allargamenti.
- Sono stati elevati gli standard di sicurezza per i fornitori e l'azienda ha cominciato a costruire una rete di server proprietari, a cui, per scopi di manutenzione, può accedere soltanto personale NordVPN.
- Come già alcuni competitor, anche NordVPN ha sottoposto i suoi servizi ad auditing di terze parti: a luglio l'elvetica PWC ha certificato che l'azienda panamense pratica effettivamente una politica no-log efficace, a settembre, invece, la Statunitense VerSprite, ha verificato i nuovi standard di sicurezza imposti ai datacenter. Anche questo esame è stato superato.
- NordVPN ha lanciato un programma di Public Bug Bounty, gestito con l'ausilio dell'azienda californiana HackerOne. In pratica così facendo l'azienda sta invitando tutti, hacker etici, black hat e concorrenza a rendere pubbliche le proprie vulnerabilità. Chiaro che farlo significa due cose: anzitutto essere convinti di avere pochi punti deboli e secondariamente pensare di essere in grado di risolvere rapidamente quanto venisse eventualmente segnalato.
- Non paga di tutto quanto illustrato sopra, NordVPN ha anche aderito, in qualità di membro fondatore, alla VPN Trust Iniative, un consorzio di operatori del mondo VPN (di cui fanno parte, tra i molti altri, anche StrongVPN, IPVanish, Google, Microsoft e Amazon), che aspira a realizzare le linee guida per la sicurezza in Rete.
Ovviamente continuano le policy di collaborazione con Hong Kong e con altre zone calde del globo, per garantire canali di comunicazione liberi da controllo a quanti purtroppo si trovano sottoposti a restrizioni delle libertà personali.
Le ultime due novità riguardano la partnership con Aruba siglata intorno a giugno, e i miglioramenti apportati alla velocità delle connessioni attraverso il servizio NordLynx, che, da aprile a oggi è stato sottoposto a oltre 256mila test, per certificarne la robustezza.
NordVPN festeggia quindi i primi 8 anni guardando al futuro e puntando a consolidare il successo fin qui raggiunto.