Gigabyte X99-UD4

Abbiamo provato tre schede madre tra 200 e 250 euro destinate ai microprocessori Intel socket LGA 2011-3. Ecco il test della ASRock X99 Extreme4, della Gigabyte X99-UD4 e della MSI X99S Gaming7.

Avatar di Tom's Hardware

a cura di Tom's Hardware

Per una piccola differenza di prezzo rispetto alla ASRock, la scheda madre Gigabyte X99-UD4 offre agli utenti un reale supporto alle configurazioni SLI a quattro schede, oltre a due M.2, un connettore SATA Express e due porte USB 3.0 aggiuntive. C'è anche una staffa per l'antenna Wi-Fi da usare assieme a un'eventuale scheda Wi-Fi con interfaccia M.2.

È importante notare che il secondo slot M.2 è esclusivamente di tipo PCI Express e progettato per essere utilizzato solo con schede wireless per notebook. L'unico vantaggio reale rispetto al precedente standard mini-PCIe riguarda le dimensioni leggermente minori, anche se sono sicuro che il nome M.2 farà più colpo su alcuni consumatori. Credo comunque che l'M.2 serva esclusivamente a semplificare il dibattito tra miniSATA e mini-PCIe.

Quello che conta davvero è lo slot M.2 superiore, pensato espressamente per l'archiviazione. Non è un “M.2 Ultra” PCIe 3.0 x4, quindi non sottrarrà alcuna delle linee disponibili alla nostra configurazione SLI a quattro linee. D'altro canto però l'essere limitato a due linee SATA o PCIe 2.0 significa che l'etichetta “M.2 10G” indica un notevole svantaggio per quanto riguarda la banda passante, se comparata con lo slot Ultra M.2 della ASRock.

L'unica cosa che può compromettere il supporto a configurazioni SLI a quattro schede fornito dalla X99-UD4 è l'installazione di un Core i7-5820K, visto che quest'ultimo fornisce solo 28 delle 40 linee PCIe 3.0 della piattaforma. Passare da una CPU a 40 linee a una a 28 riduce inoltre la modalità degli slot della X99-UD4 da x8/x8/x16/x8 a x8/x8/x8/x4. Bisogna ricordare infatti che Nvidia richiede per le sue configurazioni SLI almeno otto linee per scheda, mentre la tecnologia AMD CrossFire funziona su PCIe 3.0 a quattro linee senza alcun problema.

Le limitazioni hardware imposte dalla condivisione sono per lo più limitate allo slot “M.2 10G”, con entrambe le porte SATA ed entrambe quelle PCIe collegate anche alla connessione SATA Express della scheda madre. E, poiché SATA-E utilizza due connettori SATA standard, il cavo SATA Express occuperà due delle dieci porte SATA 6 Gbps disponibili.

È stato carino che Gigabyte non ci abbia obbligato a spiegare un groviglio inestricabile di conflitti di risorse, ciò però non significa che non ci sia alcun conflitto meccanico utilizzando configurazioni SLI a quattro schede. Gigabyte ad esempio ha posizionato l'unico connettore USB 3.0 del pannello frontale sul bordo inferiore, dove viene coperto dal dissipatore di quasi tutte le schede grafiche. L'impossibilità di flettere la parte finale dei cavi USB 3.0 costringe chiunque voglia questa caratteristica ad accontentarsi di una scheda madre a tre schede.

Inoltre c'è il solito problema occasionale legato al connettore audio del pannello frontale, per via dei cavi di alcuni case che sono un po' troppo corti per riuscire a raggiungere l'angolo posteriore nella parte bassa della scheda madre. I produttori di case hanno la maggior parte della responsabilità di tale problema ma alcuni progettisti di motherboard hanno preventivamente spostato un po' avanti il connettore al fine di compensare la scarsa capacità di giudizio dei primi.

Gigabyte ha generosamente incluso in bundle due bridge di lunghezza differente per configurazioni SLI a tre schede con una spaziatura di slot diversa, un bridge per configurazioni a quattro schede e due bridge flessibili per configurazioni SLI o CrossFire a due schede. D'altro canto però quattro soli cavi SATA non sono una dotazione altrettanto ricca e completa e, mentre altri produttori di schede madre hanno aggiunto diversi connettori di alimentazione della CPU per overclock estremi, Gigabyte ha preferito potenziare il proprio attacco singolo a otto pin aggiungendo un cavo di alimentazione combinato tre-a-uno.

Leggi altri articoli