Cosa conta realmente
Gli appassionati di fotografia che cercano un monitor che sia all'altezza delle loro aspettative spesso trovano difficoltà nell'acquisto. Una volta si poteva scegliere l'accoppiata monitor CRT/ calibratore, che garantiva ottime prestazioni, ma che al tempo stesso aveva come handicap quello di avere un ingombro notevole e di offrire comunque una diagonale tutto sommato non grandissima; infatti per avere una superficie paragonabile a quella di un LCD 19 pollici bisogna usare un CRT 21 pollici. Questa soluzione ai nostri giorni sarebbe francamente “retrò”, quindi chi vuole avere un monitor dalle buone prestazioni è quasi obbligato a fare il grande passo verso il mondo dell'LCD. La situazione attuale nel campo degli LCD vede numerosi monitor più o meno adatti ai videogiochi, che ultimamente sono migliorati anche in termini di resa dei colori, ma che non sono comunque adatti al fotoritocco. In questo caso bisogna allontanarsi dalla grande massa di LCD e andare a scovare invece dei monitor più particolari…ma come scegliere?
Innanzitutto stabiliamo cosa non serve su un monitor per fotoritocco. Come prima cosa, la latenza. Il fotoritocco non è certo basato su immagini in movimento e quindi un monitor non troppo veloce può avere un certo interesse solo perché molto confortevole durante il trattamento immagine, ma la cosa si ferma lì. Un monitor per fotoritocco non va quindi scelto soltanto perché ha 5 ms di latenza dichiarati.
Il contrasto è uno degli aspetti più importanti da tenere in considerazione, ma che va preso anch'esso con le pinze, in quanto viene spesso confuso con la dinamica, due concetti in realtà molto diversi. Un monitor può avere un buon contrasto, che è misurato come il rapporto tra il punto più luminoso dello schermo e quello più scuro, e una pessima dinamica, cosa che si traduce in due fenomeni molto fastidiosi. Il primo è il problema di "quantificazione", che si può comprendere bene osservando le due figure qui sotto:
La prima immagine rappresenta una progressiva sfumatura dal bianco al nero. La seconda invece mostra un difetto di quantificazione che si traduce in una sgradevole successione di tinte unite.
Il secondo problema è l'appiattimento della dinamica. Alcuni monitor aumentano eccessivamente il contrasto col risultato di scurire troppo le zone buie dell'immagine e di aumentare troppo la luminosità delle zone chiare. La prima immagine rappresenta la stessa sfumatura di prima, dal bianco al nero. Sulla seconda i dettagli nelle zone scure e nelle zone chiare sono nettamente inferiori.
Ovviamente nessun produttore di monitor LCD parla di questi problemi di dinamica e preferisce concentrarsi soltanto sul contrasto dichiarato, una caratteristica tecnica molto utile in chiave marketing. Per farvi capire la gravità del problema, sappiate che le immagini mostrate finora hanno tutte lo stesso contrasto.
La ricchezza dei colori è un altro fattore importante, ma anche in questo caso vale la pena spendere alcune parole. Chi vuole scegliere un monitor a ricchezza di colori estesa, deve necessariamente conoscere il profilo Adobe RGB sia della propria macchina fotografica sia della propria stampante. Pensiamo sia superfluo sottolineare la grande utilità del calibratore in questi casi...
Nel presente test vi proponiamo due monitor che si limitano soltanto all'sRGB classico.
Il parametro forse più importante da prendere in considerazione prima dell'acquisto è la fedeltà dei colori, su cui però i produttori tacciono deliberatamente. È meglio quindi fidarsi solo di accurati test, come i nostri. Gli schermi più fedeli sono gli MVA/PVA. Sono decisamente da evitare i modelli dotati di overdrive, almeno questo è quello che è emerso finora dai nostri test, in quanto offrono delle performance dinamiche davvero modeste.