Malesia sotto pressione dagli USA per bloccare le GPU NVIDIA dirette in Cina

Le autorità malesi stanno rispondendo alle pressioni statunitensi per arginare il flusso di GPU NVIDIA destinate alla Cina.

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a cura di Andrea Maiellano

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Il commercio globale di processori avanzati sta attraversando un periodo di profondi cambiamenti geopolitici, con la Malesia che si prepara ad implementare nuove restrizioni nel settore tecnologico. Secondo quanto riportato dal Financial Times, le autorità malesi stanno rispondendo alle pressioni statunitensi per arginare il flusso di GPU NVIDIA destinate alla Cina, in particolare quelle utilizzate per l'addestramento di modelli linguistici avanzati.

Questa mossa si inserisce in un contesto più ampio di controlli commerciali internazionali, dove vari paesi del Sud-Est asiatico vengono utilizzati come punti di transito per aggirare le restrizioni americane sull'esportazione di tecnologie sensibili.

Il ministro del commercio malese Zafrul Aziz ha confermato che la richiesta di intensificare i controlli è giunta direttamente da Washington. Per rispondere a questa esigenza, è stata istituita una task force congiunta che include anche il ministro del digitale Gobind Singh Deo, con l'obiettivo di rafforzare la supervisione dell'industria locale dei data center, fortemente dipendente dall'hardware Nvidia.

Secondo quanto dichiarato da Aziz, gli Stati Uniti chiedono garanzie concrete che i processori avanzati vengano effettivamente installati nei data center malesi e non reindirizzati verso altri paesi, in particolare la Cina. L'amministrazione americana sta inoltre sollecitando produttori e altri attori della catena di approvvigionamento ad assumersi maggiori responsabilità nel garantire che i processori Nvidia raggiungano esclusivamente le destinazioni autorizzate.

Il contesto delle restrizioni commerciali

Da quando il governo statunitense ha imposto limitazioni alla vendita di processori AI e HPC avanzati alla Cina, diverse entità cinesi hanno sfruttato varie scappatoie per acquisire le GPU NVIDIA. Il contrabbando di processori dai paesi limitrofi rappresentava uno dei metodi più semplici per ottenere i componenti desiderati, ma questa strategia sta diventando sempre più complessa da attuare.

Singapore ha già avviato un giro di vite contro alcuni contrabbandieri e ora anche la Malesia si unisce a questo fronte, nonostante non sia tradizionalmente considerata un hub principale per la vendita di GPU NVIDIA. Questa mossa suggerisce che gli Stati Uniti stiano adottando un approccio sempre più capillare per bloccare qualsiasi possibile canale di approvvigionamento per la Cina.

La partita tecnologica tra Stati Uniti e Cina si combatte ormai su ogni frontiera commerciale del Sud-Est asiatico.

Particolarmente interessante è l'evoluzione del ruolo di Singapore nelle operazioni globali di NVIDIA. Il paese ha visto aumentare drasticamente la sua importanza per l'azienda, arrivando a contribuire al 18,14% dei ricavi nell'anno fiscale 2025, con un notevole incremento rispetto all'8,5% dell'anno fiscale 2024, quando furono implementate le prime importanti restrizioni sulla vendita di GPU AI agli acquirenti cinesi.

Nonostante questo aumento significativo, NVIDIA precisa che la maggior parte delle transazioni legate a Singapore riguarda merci spedite verso destinazioni diverse dalla Cina. L'azienda chiarisce inoltre che i dati sui ricavi si basano sulla località di fatturazione ai clienti, che non necessariamente coincide con il luogo in cui i prodotti vengono effettivamente utilizzati.

Il boom dei data center in Malesia

Negli ultimi diciotto mesi, la Malesia ha registrato una rapida crescita nel settore dei data center, in particolare nello stato di Johor. La regione ha attratto investimenti per oltre 25 miliardi di dollari da parte di colossi tecnologici come NVIDIA, Microsoft e ByteDance, trasformandosi in un importante hub tecnologico del Sud-Est asiatico.

Questo sviluppo rende ancora più strategico il controllo delle esportazioni tecnologiche dal paese, poiché un volume crescente di hardware avanzato transita attraverso il territorio malese. Le nuove misure di supervisione mirano quindi a garantire che questa infrastruttura in espansione non diventi un canale per l'elusione delle restrizioni commerciali imposte dagli Stati Uniti.

La crescente attenzione verso il controllo delle esportazioni di hardware AI riflette le preoccupazioni geopolitiche degli Stati Uniti riguardo allo sviluppo tecnologico cinese, particolarmente nei settori dell'intelligenza artificiale e delle capacità militari. Le restrizioni commerciali rappresentano un tentativo di rallentare l'avanzamento cinese in queste aree strategiche.

Mentre paesi come Malesia e Singapore rafforzano i loro regimi di controllo delle esportazioni, le implicazioni per lo sviluppo globale dell'AI potrebbero essere significative. L'accesso limitato alle tecnologie più avanzate potrebbe alterare gli equilibri nella corsa all'intelligenza artificiale, con conseguenze a lungo termine per l'intero settore tecnologico mondiale.

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