Conclusioni: un drive di buona qualità
L'Hitachi 146Z10 non può certo spuntarla contro i suoi concorrenti, visto che purtroppo il suo design non è così recente. Tanto per trasmettere il concetto, l'Hitachi usa sei "piatti", mentre i concorrenti solo quattro per raggiungere 146 GB.
Ci sono comunque benchmark nei quali il 146Z10 dimostra di non essere poi così datato. Siamo stati piacevolmente sorpresi, in particolare, dalle sue performance in scrittura, con delle punte superiori ai drive di Seagate e Fujitsu. La sua performance minima in scrittura, invece, è mediocre: 20 MB/sec.
Con 96 MB/Sec, l'interfaccia dell'UltraStar non è certo la più lenta, il problema viene fuori quando osserviamo con maggiore attenzione i tempi di accesso e le performance di I/O. In questi casi il drive mostra i limiti del suo design: altri drive, con un numero minore di piatti, hanno una densità maggiore e fanno decisamente meglio.
In base all'impiego del drive, comunque, questi benchmark potrebbero anche non essere così rilevanti. Per esempio, il drive si è comportato molto bene per quanto riguarda la sua temperatura esterna, che non è mai salita oltre i 50°C, mentre tutti i concorrenti generano più calore. Per questo motivo, il drive potrebbe essere scelto in tutti quei casi nei quali non si dispone di un raffreddamento adeguato.
Con l'ingresso del nuovo DK32EJ sul mercato, il primo drive da 146GB dopo la fusione delle Storage Division di IBM e Hitachi, ci proponiamo di realizzare un nuovo confronto dei drive delle migliori marche presenti sul mercato.
Il DK32EJ è disponibile da poco tempo e, stavolta, i piatti in gioco non sono sei ma quattro, come gli altri modelli. Presto vedremo se i rivali di IBM-Hitachi hanno trovato pane per i loro denti.