La crisi dei chip e la conseguente carenza di semiconduttori si sta trasformando in una vera e propria emergenza economica, con impatti significativi sull'Europa, fortemente dipendente, su più livelli, dall'importazione di chip. Per far fronte all'emergenza per i prossimi anni, qualche mese fa la Commissione Europa ha studiato il Chips Act, oggi presentato ufficialmente. Si tratta di un piano ambizioso che punta a garantire "la sicurezza approvvigionamento, la resilienza e la leadership tecnologia dell'UE" nel settore dei semiconduttori, sempre più rilevante per un gran numero di attività produttive e di servizi.
La carenza di chip ha portato ad un blocco delle forniture per le aziende europee nel corso degli ultimi mesi. Tale blocco si è tradotto in chiusure di fabbriche con un particolare impatto, ad esempio, sulla produzione di automobili che rappresenta una componente centrale del sistema produttivo ed economico europeo. Il Chip Act previsto dall'UE si basa su investimenti da oltre 43 miliardi di euro con fondi pubblici e privati incentrati sul potenziamento della catena di approvvigionamento internazionale.
L'obiettivo è rendere il sistema UE capace di reggere l'impatto di una crescente richiesta della domanda di semiconduttori, riducendo progressivamente (anche se non totalmente) la dipendenza dalle forniture extra UE. Tra i target fissati dal nuovo progetto c'è quello di raddoppiare la quota di mercato dell'UE arrivando al 20% nel 2030. Il testo integrale del nuovo European Chips Act è disponibile sul sito UE.
Da notare che anche Intel, che da tempo sta valutando nuovi investimenti in Europa, ha commentato il nuovo progetto della Commissione Europa. Christin Eisenschmid, VP and Director of Worldwide Government Relations di Intel sottolinea: "Intel accoglie con favore la proposta dell'UE per un Chips Act e l'ambizione di sviluppare una catena di fornitura di semiconduttori più diversificata geograficamente, sostenibile e resiliente. Questa proposta farà da catalizzatore per futuri investimenti strategici in R&S e per la produzione in UE da parte di Intel e altri nel settore dei semiconduttori".
Per quanto riguarda il futuro, Intel intende potenziare la sua presenza in Europa, dove ha già investito 18 miliardi di euro dal 1989. Secondo Eisenschmid: "Stiamo attualmente valutando un aumento significativo della nostra presenza in Europa e prevediamo che l'EU Chips Act faciliterà questi piani. È imperativo che Stati Uniti e UE uniscano le forze per investire nell'ecosistema dei semiconduttori, per il bene della nostra stabilità economica collettiva e della sicurezza della catena di approvvigionamento. Il Consiglio per il commercio e la tecnologia UE-USA fornisce il punto d'incontro ideale per garantire l'allineamento normativo sui semiconduttori e ridurre al minimo il rischio di nuove barriere commerciali per il nostro settore"