Neeva, il motore di ricerca che prometteva di sfidare il dominio di Google, ha annunciato che chiuderà il suo prodotto consumer e si dedicherà all'intelligenza artificiale.
Bing sta guadagnando terreno, soprattutto in Cina, ma rappresenta ancora una fetta molto contenuta di utenti rispetto al colosso di Mountain View. Sfidare Google in questo settore è impossibile?
L'azienda, co-fondata dall'ex dirigente di Google Sridhar Ramaswamy, ha dichiarato di aver incontrato molte difficoltà nell'acquisire e mantenere gli utenti e che l'attuale situazione economica rendeva impossibile sostenere il suo modello di business.
Neeva è stata lanciata nel 2019 come alternativa a Google, basata su abbonamento e priva di pubblicità. Sosteneva di offrire un'esperienza di ricerca migliore e più privata, con caratteristiche quali la personalizzazione, l'integrazione con la posta elettronica e i servizi cloud oltre a risultati curati dall'uomo. Neeva ha anche sviluppato un proprio crawler e indice web, invece di affidarsi a fonti di terze parti.
Tuttavia, Neeva si è presto resa conto che la costruzione di un motore di ricerca non era sufficiente per competere con Google, che detiene un quasi monopolio del mercato e un enorme vantaggio in termini di distribuzione e fedeltà degli utenti. Neeva ha dichiarato di aver dovuto affrontare molte barriere e attriti che hanno reso difficile per gli utenti passare da Google, come le impostazioni predefinite dei browser e dei dispositivi, la confusione tra browser e motori di ricerca e la mancanza di consapevolezza dei vantaggi di Neeva.
Neeva ha dovuto affrontare anche la concorrenza di altri motori di ricerca che hanno cercato di differenziarsi da Google, come Bing di Microsoft, che ha recentemente aggiunto funzioni di ricerca visiva e di shopping. L'azienda ha dichiarato di non essere riuscita a raccogliere fondi sufficienti per continuare le sue operazioni, nonostante abbia raccolto più di 75 milioni di dollari da investitori come Sequoia e Greylock.
Il motore di ricerca per i consumatori di Neeva chiuderà il 2 giugno. L'azienda ha dichiarato che rimborserà gli abbonati per la parte non utilizzata dei loro abbonamenti e cancellerà tutti i loro dati. Neeva ha inoltre dichiarato che esplorerà nuove aree di interesse legate all'intelligenza artificiale e ai modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), che sono sistemi in grado di generare linguaggio naturale dai dati.
I co-fondatori di Neeva hanno espresso la loro gratitudine agli utenti, ai partner e ai dipendenti per il loro sostegno e feedback. Hanno inoltre dichiarato di aver imparato molto dalla loro esperienza e di credere ancora nella necessità di un motore di ricerca migliore.
Google è il motore di ricerca più usato al mondo, con una quota di mercato superiore al 90% in molti Paesi. Questo significa che la maggior parte delle persone si affida a Google per trovare le informazioni che cerca su internet, senza considerare altre alternative. Ma perché questo è un problema? E quali sono le conseguenze di questo dominio?
Innanzitutto, Google ha un enorme potere di influenza sulle opinioni e le preferenze degli utenti. Google decide quali siti web mostrare nei primi risultati di ricerca, e quindi quali fonti di informazione sono più visibili e credibili. Google decide anche quali annunci pubblicitari mostrare agli utenti, e quindi quali prodotti o servizi sono più attraenti e convenienti. Decide infine quali dati personali degli utenti raccogliere e come usarli per personalizzare la ricerca e gli annunci, e quindi quali informazioni sono più rilevanti e interessanti per ogni individuo.
In secondo luogo, ha un enorme potere di mercato sulle altre aziende che operano su internet. Non è solo un motore di ricerca, ma anche un fornitore di servizi online come Gmail, YouTube, Maps, Drive, Chrome e molti altri, oltre ad essere l'azienda alle spalle del sistema operativo Android. Questi servizi sono spesso integrati tra loro e con la ricerca, creando un effetto rete che rende difficile per gli utenti scegliere altre opzioni. Funge anche da intermediario tra gli inserzionisti e i siti web che ospitano gli annunci, controllando così una gran parte del mercato pubblicitario online.
Questo potere di mercato permette a Google di praticare politiche che spesso sono state definite anticoncorrenziali. Ad esempio, Google può favorire i propri servizi nei risultati di ricerca, penalizzando quelli dei concorrenti. Google può anche imporre condizioni restrittive agli inserzionisti e ai siti web che usano le sue piattaforme pubblicitarie, limitando la loro libertà di scelta e di negoziazione. Google può infine sfruttare i dati personali degli utenti per creare profili dettagliati e offrire annunci mirati.
Il monopolio di Google nella ricerca è un fenomeno che può potenzialmente minacciare la pluralità e la qualità dell'informazione su internet, la concorrenza e l'innovazione nel mercato online, e i diritti e gli interessi degli utenti. È necessario che le autorità competenti sorveglino per garantire una maggiore trasparenza e responsabilità. È anche necessario che gli utenti siano più consapevoli dei rischi e delle alternative esistenti, e che esercitino il loro potere di scelta e di partecipazione.