Il kernel Linux 6.11 aggiunge il supporto per le schede SD UHS-II e SDUC, migliorando la compatibilità e le prestazioni dei dispositivi che utilizzano questi standard di memoria. L'aggiornamento, segnalato da Phoronix, permette di sfruttare velocità fino a 312 MB/s per le UHS-II e capacità teoriche fino a 128 TB per le SDUC.
Questo aggiornamento rappresenta un importante passo avanti per l'ecosistema Linux, consentendo ai dispositivi di sfruttare appieno le più recenti tecnologie di storage portatile. Le schede SD continuano infatti ad evolversi, offrendo capacità e velocità sempre maggiori in un formato estremamente compatto.
Le schede SDUC (Ultra Capacity) stanno rapidamente aumentando le capacità disponibili: se ad aprile erano stati annunciati modelli da 4 TB, ora esistono già versioni da 8 TB. La roadmap prevede un'espansione fino a 128 TB, anche se al momento si tratta di un obiettivo ancora lontano.
C'è da dire, però, che l'aumento di capacità comporta attualmente alcuni compromessi in termini di velocità: le attuali schede SDUC da 8 TB sono limitate allo standard UHS-I, con velocità di circa 104 MB/s, inferiori persino a quelle di un comune hard disk. Lo standard UHS-II supportato dal nuovo kernel permette invece di raggiungere i 320 MB/s, paragonabili a un SSD SATA.
La tecnologia SD Express, che utilizza l'interfaccia PCIe, promette prestazioni ancora superiori. Le prime versioni basate su PCIe 3.0 raggiungevano i 985 MB/s, mentre le più recenti implementazioni con PCIe 4.0 arrivano fino a 3940 MB/s, equiparabili agli SSD NVMe di fascia media.
Il kernel Linux 6.11 si prepara quindi a supportare l'evoluzione del mercato delle schede SD, che trovano ancora ampio utilizzo in ambito professionale, soprattutto nel campo video. L'aggiornamento include anche correzioni di errori e supporto per nuovi dispositivi, migliorando la stabilità complessiva del sistema.
Le schede SD rappresentano una delle tecnologie di archiviazione portatile più diffuse e versatili: la loro storia inizia nel 1999, quando Panasonic, Toshiba e SanDisk collaborarono per sviluppare uno standard che potesse sostituire le precedenti schede di memoria, come le CompactFlash e le SmartMedia.
Il nome "SD" sta per "Secure Digital", riferendosi alle funzionalità di sicurezza integrate che permettono la protezione dei contenuti digitali. La prima generazione di schede SD aveva una capacità massima di 2 GB, che all'epoca sembrava enorme per un dispositivo così piccolo.
Nel corso degli anni, le schede SD hanno subito numerose evoluzioni. Nel 2006 fu introdotto lo standard SDHC (Secure Digital High Capacity), che estese la capacità massima a 32 GB. Successivamente, nel 2009, arrivò lo standard SDXC (Secure Digital eXtended Capacity), portando il limite teorico a 2 TB.
L'evoluzione delle schede SD non si è limitata solo alla capacità, ma anche alla velocità. Gli standard UHS (Ultra High Speed) hanno introdotto bus di comunicazione più veloci, permettendo trasferimenti dati sempre più rapidi. Questa caratteristica è particolarmente apprezzata in ambiti come la fotografia professionale e la registrazione video in alta definizione.