Quella Thinkpad è sicuramente una delle serie di notebook per usi professionali più famosi al mondo: il loro design è cambiato pochissimo negli ultimi 10 anni, perché è da “una vita” che funzionano egregiamente.
Da relativamente poco si trovano in commercio le versioni con processori AMD Ryzen Pro, della serie 3xxxU e Lenovo ci ha inviato un T495 ben equipaggiato da provare. Al suo interno troviamo un Ryzen 3700U con grafica Vega Mobile, 16 GB di RAM, Windows 10 Pro, uno schermo Full HD da 14” IPS e un disco fisso SSD da 512 GB (che si riducono a 475GB utilizzabili).
Design ed ergonomia
Il design dei Thinkpad, come dicevamo, è ormai ben consolidato: lontani dalla voglia di apparire ad ogni costo, li si riconosce lontani un miglio nella loro livrea nera opaca. Il T495 ha un feeling diverso da quelli dei notebook di fascia alta di altri produttori.
Nonostante l’utilizzo di materiali di grande tecnologia, come il polimero rinforzato al carbonio nella e la lega di magnesio per la parte inferiore dello chassis, la resa al tocco si potrebbe quasi definire “plasticosa”, ma di qualità. La sensazione non è fredda, ma quasi felpata. La scocca flette molto se strapazzata, ma torna sempre in forma.
Uno dei grandi pregi della serie Thinkpad, dopotutto, è quello della sua robustezza a cadute, maltrattamenti e, soprattutto, usura quotidiana: l’infilare il notebook di corsa in uno zaino troppo pieno o con dentro un oggetto dalla forma sbagliata ha mietuto molte vittime tra gli chassis, piegandoli o ammaccandoli. Con il Thinkpad, paradossalmente, questo accade molto meno, grazie alla sua flessibiiltà.
Una volta l’ho messo nello zaino davvero troppo pieno e sono partito. Quando l’ho riaperto o visto tutto lo stress che aveva dovuto sopportare (una linea dello chassis era quasi aperta) e ho temuto di aver esagerato. Invece, una volta tirato fuori dalla tasca, tutto è tornato alla normalità. Non so come avrebbe reagito un notebook con la classica scocca rigida…
Comunque, questa flessibilità non è stata, per fortuna, trasferita sulla tastiera che dopo quelli che sembrano milioni di anni è ancora molto simile a sé stessa. La dimensione dei tasti è comoda e identica a quella che caratterizzava l’ormai vetusto Thinkpad X230 (che ho ancora con me dopo quasi 10 anni). Il trackpad, di cui qualcuno lamenta una scarsa scorrevolezza, è grande e sormontato dai soliti (tre) pulsanti “simil-mouse” e dal mini joystick in mezzo alla tastiera.
Spendo due parole per quello che a molti è sempre sembrato un vezzo, ma vi assicuro che quando si devono fare lavori di precisione, il joystick vince alla grande rispetto al mousepad. Non sostituisce un mouse vero e proprio, ma è un ottimo ripiego temporaneo quando devi allineare quel dannato livello di Photoshop.
Lo schermo? Forse non per tutti, ma bellissimo nella sua opacità
Già che parliamo di Photoshop, introduciamo il discorso sullo schermo. 14 pollici Full HD non sono esattamente l’ultimo grido, ma lavora molto bene. La fedeltà cromatica è molto buona, tanto che i due fotografi a cui l’ho fatto provare hanno detto di trovarsi a proprio agio nel bilanciamento cromatico.
Entrambi, però, hanno dichiarato di trovare l’opacità “spiazzante” in quanto sono ormai abituati ai monitor lucidi. Io, personalmente, invece lo preferisco così: meno esuberante, ma senza riflessi. E quando dico “senza” è esattamente quello che intendo.
Questo, tra l’altro, è un vantaggio che aiuta non poco quando si usa il notebook all’aperto. Con “soli” 400 nit di luminosità (un valore elevato per un notebook, ma comunque non adatto a un utilizzo in esterno), uno schermo lucido sarebbe un disastro (come in effetti è quello del mio Surface Pro).
Una nota grandemente dolente è l’assenza del touch. Certo, tutto resta molto più pulito e in teoria un notebook per lavorare non dovrebbe averne bisogno, ma la verità è che ormai questo tipo di interfaccia ci è entrato nel cuore e il dito arriva spesso sul monitor, per tornare indietro molto deluso.
Connessioni per tutto e per tutti, meno che Thunderbolt
Dal punto di vista delle porte e altro hardware accessorio, il Thinkpad 495 è una pacchia. Abbiamo due porte USB 3.1 (di cui una alimentata), una USB-C che funge anche da porta di ricarica, una fessura per le schede MicroSD, una porta ethernet, una HDMI 2.0, un lettore di smart card e una presa per cuffie e microfono esterni. Il WiFi è AC 2x2, supporta Bluetooth LE e solo su richiesta monta un modulo LTE.
L’unica differenza con i modelli equipaggiati da processori Intel è che qui manca la porta Thunderbolt 3. Il numero di dispositivi che la usa, però, è molto basso e specializzato. Chi proprio non può farne a meno sa già cosa aspettarsi. Curiosa la caratteristica, presente da qualche tempo nella linea, di avere lo schermo completamente ribaltabile.
In cima allo schermo, si può avere la webcam infrarossa per l’accesso a Windows tramite riconoscimento facciale che funziona molto bene. Quello che invece davvero mi ha deluso è la qualità (o meglio la sua mancanza) della Webcam.
Già pensare di usare una Webcam 720P nel 2020 è quasi offensivo, ma la definizione delle immagini è davvero scadente. In un mondo dove le videoconferenze diventano sempre più importanti, questo è un dettaglio che non si dovrebbe sottovalutare.
Autonomia: ottima, ma soprattutto velocissimo nel recuperarla
La croce di tutti i notebook è ovviamente quella della durata della batteria. Molti ricorderanno i tempi in cui un computer portatile non arrivava alle tre ore e poi bisognava dare la caccia a una presa o, molto più spesso, ricorrere alla batteria di riserva che ci portavamo dietro.
Oggi, le cose vanno molto diversamente. Questo T495 ha una autonomia di oltre 9 ore in utilizzo da ufficio: scrivere, fogli di calcolo semplici, navigazione browser su Wi-Fi, musica in sottofondo.
Un risultato molto importante per una piattaforma mobile (quella AMD) che non è storicamente famosa per essere parca di corrente elettrica. Invece, stavolta i risultati sono in linea con quelli della controparte Intel, con variazioni minime che abbiamo trovato difficili da quantificare a seconda delle attività che prendevamo in considerazione.
L’importante, però, è che non abbiamo mai avuto problemi a gestire tutta la giornata lavorativa, restando con qualche ora di autonomia a disposizione per le attività ludiche serali prima di dover ricorrere alla presa.
E quando la presa a disposizione non è quella di casa o dell’albergo, ma “al volo” tipo nella lounge di un aeroporto o su di un treno, scoprire che la ricarica completa della batteria avviene in poco più di quarantacinque minuti è una meraviglia.
Prestazioni e forza bruta
Quando si parla di prestazioni su macchine che non siano destinate ai videogiochi o a data crunching, sono sempre piuttosto pragmatico. Per un uso da ufficio, un processore di fascia media va più che bene. Un Ryzen 7 come questo è addirittura un overkill. Lo abbiamo testato comunque, per evitare brutte sorprese e i risultati sono un po’ diversi da quello che ci aspettavamo.
Il Thinkpad 495 che ho tra le mani, come dicevo in apertura, è basato su di un Ryzen pro 3700U: un processore capace di performance di tutto rispetto, che in molti benchmark ha superato la concorrenza Intel. Nell’implementazione su questa linea Lenovo, però, i tecnici sono stati molto “cauti”, limitando la quantità di potenza erogata a un valore che risulta inferiore alle prestazioni massime teoriche di un buon 15%.
Perché? Probabilmente per evitare sorprese. Dal momento che il 495 è spesso solo 22mm, lo spazio all’interno è risicato e il raffreddamento va gestito con parsimonia.
Durante il benchmark si vedono chiaramente due core schizzare alle frequenze di boost, mentre gli altri due restano alle frequenze di “crociera”. Un eccesso di zelo? Non saprei e poco importa. Per le applicazioni da ufficio, non ci si accorge di nulla.
Nell’utilizzo da ufficio, resta sempre ragionevolmente freddo, mentre la ventola si fa sentire, ma senza esagerare, quando partono elaborazioni complesse. In quest’ultimo caso, il comfort sulla tastiera resta buono, mentre la parte inferiore tende a scaldarsi e si sente se si tiene il pc in grembo.
Il notebook è stato usato anche per elaborare foto e, soprattutto, immagini astronomiche in alta risoluzione, campi in cui la serve molta potenza. In entrambi i casi i task sono stati portati a termine in tempi assolutamente ragionevoli anche se rapportati a quelli del desktop usato abitualmente.
Meglio questo o un 490 per utilizzi che hanno bisogno di una potenza esasperata? Onestamente, direi nessuno dei due: se serve una workstation di alto livello, è meglio andare su altre macchine. Se serve un computer da usare tutti i giorni in mobilità, le considerazioni sono altre. Di sicuro, questa configurazione 495 non ci ha fatto rimpiangere un solo istante componentistica più potente.
Piattaforma Pro: più sicurezza e maggiore gestibilità in remoto
Il Thinkpad 495 si basa, ovviamente, sulla versione PRO dei Ryzen. Questo significa che è ottimizzato per l’utilizzo business, fornendo il supporto a una serie di funzioni che migliorano gestione e sicurezza.
In particolare, mi è molto piaciuto il supporto alla tecnologia DASH, uno standard ratificato dal consorzio DMTF (Distributed Management Task Force) per l’accesso remoto ai sistemi, indipendentemente dal loro stato di accensione e dal sistema operativo installato. Per saperne di più, potete far riferimento al nostro articolo dedicato alla piattaforma Ryzen Pro.
Per quello che riguarda la sicurezza, oltre alla tecnologia AMD Guard Mi, i Thinkpad possono contare su di un nutrito numero di funzioni specifiche Lenovo. Il primo che val la pena di notare è la possibilità di comprare un monitor con una funzione Privacy incorporata. Il contenuto dello schermo è leggibile solo a chi si trova perfettamente davanti. Chi cerca di sbirciare da un angolo superiore ai 15° deve fare i conti con un monitor grigio.
Inoltre, un sistema onboard dedicato verifica i firmware sulla scheda madre per verificare che non ci siano state manomissioni.
In definitiva: ne val la pena?
Fan di vecchia data dei Thinkpad, anche in questo caso non sono rimasto deluso. Il T495 un computer molto affidabile e soprattutto comodo da usare. Ha tutto quello che serve per una gestione moderna dei flussi di lavoro, con l’unica eccezione del touchscreen, che da orpello per notebook consumer è, secondo me, ormai diventato una interfaccia troppo immediata perché non inizi a sfondare anche in questo segmento.
Venendo specificatamente al modello T495, c’è da chiedersi perché comprare un sistema basato su AMD Ryzen invece che su Intel. La risposta è simile a quella che caratterizza la scelta anche in ambiente desktop: i computer basati su Ryzen costano meno e offrono la stessa esperienza. Sui desktop il gap è decisamente più ampio a favore di AMD, con sistemi che costano meno e performano generalmente meglio, mentre sui notebook la situazione è meno netta: le prestazioni assolute sono ancora a vantaggio di Intel, ma li risparmio nel comprare Ryzen è sensibile senza dover rinunciare a nulla.