La Santa Sede ha pubblicato un nuovo documento sull'intelligenza artificiale, mettendo in guardia sui rischi che questa tecnologia potrebbe comportare per la fiducia su cui si fondano le società, riducendo gli esseri umani a "ingranaggi di una macchina".
Il testo, elaborato da due dipartimenti vaticani e approvato da Papa Francesco, esprime preoccupazione per l'uso improprio dell'IA nella manipolazione delle menti e nella creazione di contenuti falsi. "I media generati dall'IA possono gradualmente minare le fondamenta della società", si legge nel documento, che sottolinea come la diffusione di deepfake e contenuti manipolati possa erodere la fiducia delle persone in ciò che vedono e sentono, alimentando polarizzazione e conflitti.
Il Vaticano ha rilasciato questo testo tre settimane dopo l'annuncio di Meta di porre fine al suo programma di fact-checking di terze parti negli Stati Uniti, adottando un modello di controllo della disinformazione simile a quello di X. Il documento vaticano avverte che la disinformazione controllata o influenzata dall'IA può diffondersi involontariamente, alimentando la polarizzazione politica e l'instabilità sociale.
Pur riconoscendo le "immense potenzialità" dell'IA in campi come la medicina, le sfide climatiche e l'istruzione, il testo mette in guardia sui rischi di dequalificazione dei lavoratori, sorveglianza automatizzata e riduzione delle mansioni a compiti rigidi e ripetitivi. Il Vaticano sottolinea che l'IA non può sostituire le relazioni umane, soprattutto in ambito medico, dove rischierebbe di "peggiorare la solitudine che spesso accompagna la malattia".
Il documento esprime, inoltre, seria preoccupazione per l'uso dell'IA nella sorveglianza e nelle armi autonome letali, ricordando che Papa Francesco ha più volte chiesto un divieto del loro utilizzo. "Le atrocità commesse nel corso della storia sono sufficienti a sollevare profonde preoccupazioni sui potenziali abusi dell'IA", conclude il testo.
Il documento della Santa Sede si inserisce in una lunga tradizione di riflessione etica sulle nuove tecnologie da parte della Chiesa Cattolica. Già nel 1990, Papa Giovanni Paolo II affrontò il tema dell'informatica nell'enciclica "Redemptoris Missio", riconoscendone le potenzialità ma anche i rischi per la dignità umana.
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