L'AI minaccia gli sviluppatori (anche se molti negano)

L'IA genera il 25% del codice Google: i programmatori non possono più ignorare il cambiamento. Copilot dimostra quanto l'assistenza IA sia indispensabile.

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a cura di Giulia Serena

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L'intelligenza artificiale sta silenziosamente rivoluzionando il mondo della programmazione, mentre una parte consistente degli sviluppatori continua a ignorare i segnali di un cambiamento già in atto. La recente dichiarazione del Chief Scientist di Google ha gettato nuova luce sul fenomeno: almeno il 25% del codice dell'azienda viene oggi generato da sistemi di AI. Un dato che non lascia spazio a interpretazioni e che conferma come la trasformazione non sia più confinata a laboratori sperimentali, ma stia già avvenendo nelle aziende tecnologiche di punta che gestiscono miliardi di righe di codice attivo.

Eppure, nonostante evidenze sempre più tangibili, persiste una corrente di scetticismo. Numerosi programmatori continuano a considerare gli strumenti di AI per la codifica come semplici gadget privi di reale utilità in ambienti di produzione. Alcuni arrivano persino a negarne i benefici in termini di produttività, ignorando il successo clamoroso di soluzioni come GitHub Copilot, che in poco tempo ha conquistato oltre 1,3 milioni di utenti paganti – un risultato straordinario in una categoria professionale tradizionalmente poco incline a spendere per strumenti di lavoro.

Questo successo commerciale non è casuale. Rappresenta il riconoscimento concreto di un valore aggiunto percepito dagli sviluppatori, sia individuali che aziendali, un'adozione di massa che pochi strumenti di sviluppo possono vantare, specialmente nel mercato business-to-business.

La rivoluzione silenziosa del pensiero computazionale

L'impatto degli strumenti di AI sulla programmazione va ben oltre il semplice completamento del codice. Chi ha utilizzato Copilot ne comprende la vera natura solo quando è costretto a tornare alle metodologie tradizionali. La differenza qualitativa diventa immediatamente evidente: non si tratta semplicemente di digitare meno caratteri, ma di un cambiamento fondamentale nel flusso di lavoro e nel processo creativo.

Il processo si trasforma radicalmente: dalla digitazione estesa di decine di caratteri seguita da un invio, a pochi tasti seguiti da un Tab per accettare il suggerimento dell'AI. Un'esperienza che riporta la programmazione alla sua essenza originaria: l'atto del pensare, non del digitare. La programmazione è sempre stata principalmente un esercizio di pensiero – dalla pianificazione sistemica di alto livello fino agli algoritmi e ai pattern di design più specifici.

La digitazione del codice, per quanto necessaria, è sempre stata la parte più meccanica e meno stimolante del processo. Copilot non è quindi solo uno strumento di completamento del codice, ma un vero e proprio predittore di pensiero. Non si limita ad accelerare la scrittura, ma anticipa ciò che lo sviluppatore sta pensando, eliminando il divario tra il concepimento di un'idea e la sua realizzazione concreta nel mondo digitale.

Questa capacità predittiva, inizialmente limitata a suggerimenti riga per riga, si sta rapidamente evolvendo verso livelli di complessità sempre maggiori. Strumenti come Supercomplete stanno ampliando l'orizzonte, anticipando le intenzioni dello sviluppatore attraverso interi file di codice, rendendo il processo ancora più fluido ed efficiente.

Parallelamente, soluzioni come Cursor Compose e Windsurf Cascade portano questo concetto ancora oltre, estendendo la capacità predittiva a più file contemporaneamente all'interno di una base di codice. Il risultato è un'amplificazione progressiva dell'impatto e del valore del pensiero umano nella programmazione.

Verso una programmazione basata sull'intento

Gli scenari applicativi di questi strumenti mostrano chiaramente la direzione dell'evoluzione. Se oggi volessimo aggiungere una funzionalità di ricerca a un'applicazione web, Copilot potrebbe suggerire il completamento per ogni riga dei componenti dell'interfaccia utente, definire i gestori degli eventi e implementare l'algoritmo di ricerca o integrare librerie esterne.

Supercomplete potrebbe automaticamente creare un gestore di eventi vuoto pronto per essere compilato. Ma gli strumenti agentici di nuova generazione potrebbero fare molto di più: con un semplice comando come "aggiungi una funzionalità di ricerca all'app", potrebbero gestire autonomamente tutti gli aspetti dell'implementazione, inclusa l'installazione di librerie NPM.

Pexels
programmazione

Non è difficile immaginare un futuro prossimo in cui sarà sufficiente esprimere un'intenzione generica come "costruisci e implementa un'app di e-commerce" per ottenere un risultato completo. Un sistema in cui l'AI, di fronte a descrizioni vaghe, sarà in grado di porre autonomamente domande per chiarire i requisiti specifici ed eliminare ogni ambiguità.

La vera questione non è se questo accadrà, ma quando. La trasformazione è già in corso, e chi continua a ignorarla rischia di trovarsi impreparato di fronte a un cambiamento che sta ridefinendo le fondamenta stesse della programmazione e dello sviluppo software.

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20 Commenti

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Non è un mero sostenere, è la verità.
Allo stato attuale la IA non può sostituire un programmatore.
I disastri che fa generando il codice sono abbastanza enormi, se parliamo di cose semplici e di poche righe allora non ci sono problemi. Ma per cose più complesse fa diverse castronerie al momento. Arriverà un momento in cui sarà indipendente ma annunciare che quel momento sia già adesso è alquanto esagerato.
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Non è un mero sostenere, è la verità. Allo stato attuale la IA non può sostituire un programmatore. I disastri che fa generando il codice sono abbastanza enormi, se parliamo di cose semplici e di poche righe allora non ci sono problemi. Ma per cose più complesse fa diverse castronerie al momento. Arriverà un momento in cui sarà indipendente ma annunciare che quel momento sia già adesso è alquanto esagerato.
Certo che non può sostituire un programmatore al 100%. Ma permette a un solo programmatore di fare il lavoro che prima richiedeva 3 i più persone.

Io vedo due scrivanie vuote almeno.
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Certo che non può sostituire un programmatore al 100%. Ma permette a un solo programmatore di fare il lavoro che prima richiedeva 3 i più persone. Io vedo due scrivanie vuote almeno.
O se il mondo fosse fatto di persone migliori, 3 persone che lavorano due giorni in meno la settimana.
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Ciò che trovo maggiormente inquietante è il business basato sul furto di dati operato in decenni.
Provate a far generare del codice basato su un linguaggio scarsamente utilizzato, allo stato attuale le ai non ragionano, sfornano codice copiato
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Ciò che trovo maggiormente inquietante è il business basato sul furto di dati operato in decenni. Provate a far generare del codice basato su un linguaggio scarsamente utilizzato, allo stato attuale le ai non ragionano, sfornano codice copiato
I grandi artisti copiano i geni rubano... un questo caso diciamo che il furto è a fin di bene visto il potenziale per l' umanità legato alle i.a
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Non è un mero sostenere, è la verità. Allo stato attuale la IA non può sostituire un programmatore. I disastri che fa generando il codice sono abbastanza enormi, se parliamo di cose semplici e di poche righe allora non ci sono problemi. Ma per cose più complesse fa diverse castronerie al momento. Arriverà un momento in cui sarà indipendente ma annunciare che quel momento sia già adesso è alquanto esagerato.
Servirà ancora per anni qualcuno che controlli le i.a. non facciano cazzate,quel qualcuno continuerà ad avere un lavoro.Per il resto il mondo progredisce,chi oggi teme la i.a. è l' accusa che ruberà il lavoro è ne più ne mentre come un carrettiere che aveva paura delle automobili che gli avrebbero rubato il lavoro; un povero imbecille che non si rende conto che l' umanità è destinata ad una continua e costante progressione tecnologica senza fine.Le i.a. hanno il potenziale per essere la più grossa e benefica evoluzione tecnologica del secolo da poco iniziato e essere una pietra miliare
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Servirà ancora per anni qualcuno che controlli le i.a. non facciano cazzate,quel qualcuno continuerà ad avere un lavoro.Per il resto il mondo progredisce,chi oggi teme la i.a. è l' accusa che ruberà il lavoro è ne più ne mentre come un carrettiere che aveva paura delle automobili che gli avrebbero rubato il lavoro; un povero imbecille che non si rende conto che l' umanità è destinata ad una continua e costante progressione tecnologica senza fine.Le i.a. hanno il potenziale per essere la più grossa e benefica evoluzione tecnologica del secolo da poco iniziato e essere una pietra miliare
Nella storia dell' umanità come il fuoco,la corrente elettrica,il Volo spaziale, internet,la scoperta della penicillina.
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Non è un mero sostenere, è la verità. Allo stato attuale la IA non può sostituire un programmatore. I disastri che fa generando il codice sono abbastanza enormi, se parliamo di cose semplici e di poche righe allora non ci sono problemi. Ma per cose più complesse fa diverse castronerie al momento. Arriverà un momento in cui sarà indipendente ma annunciare che quel momento sia già adesso è alquanto esagerato.
Finalmente qualcuno che dica le cose come stanno realmente, anche se non fa notizia
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Articolo molto interessante di un'Azienda di sviluppo di Torino: https://magazine.migma.group/svilup...me-in-tembo-la-prendiamo-in-giro-a72847d484ed
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Non è indispensabile, ma sicuramente aiutata tissi o e velocizza molto lo sviluppo, anche se a volte suggerisce codice che non serve a nulla.
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Certo che non può sostituire un programmatore al 100%. Ma permette a un solo programmatore di fare il lavoro che prima richiedeva 3 i più persone. Io vedo due scrivanie vuote almeno.
Fai 1.5
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Si il 25% di codice di cui il 90% è da controllare, per non parlare del tempo che perdi nelle interazioni e non ottieni ciò che vuoi. Se potesse leggerlo dalla mia mente è diverso, e non ti aspettare che il cliente abbia voglia di parlare con una ia, la conoscenza di dominio potrebbe ottenerla con un duro training... Per boot strappare progetti ci può stare. Ma anche la comprensione del codice è molto deficitaria.
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L'errore di fondo di questo articolo come di tantissimi altri è dovuto probabilmente al fatto che è scritto da qualcuno che non ha mai programmato.

Quando si crea codice, si ha un obiettivo. Ma non sempre si ha un piano. Se si lavora senza avere una idea chiara dell'architettura del codice, si finisce per piantarsi alle prime iterazioni di cambiamento, con il famoso effetto spaghetti code.
La IA non ha un piano, non potrà mai leggerti nel pensiero. Se gli dici 'fammi un sito web' te lo fa, anche bello, ma se gli chiedi poi di modificarlo 'fallo più bello' inizia a fare danni, come lo faresti tu andando a caso anche se fossi il più bravo programmatore del mondo.
Per me chi morirà nel campo dell'IT saranno i coder senza basi di ingegneria del software. Chi invece le ha, e sa che il lavoro grosso è il pensare al design e non alle librerie, allora avrà un boost 10x di produttività. E parlo per esperienza diretta.
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Sono un programmatore autodidatta ma che lavora con la programmazione. Sulle app, dove non c'è logica da parte dell' utente finale, ma solo interfaccia e salvataggio di dati, ha sostituito i programmatori al 100%. Ma su calcoli fisici per progetti in 3D per aziende che lavorano con AutoCAD/Blender e altro, non riesce per il momento andare sa sola avanti .... Per il momento....
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