Introduzione
In questo primo articolo, La storia dei super-computer, dal 1936 a oggi, abbiamo iniziato l'avventura attraverso la storia dei mainframe, iniziata nel lontano 1936. Oggi concludiamo il nostro percorso, ripartendo dal 1961 per arrivare fino ai giorni nostri.
B 5000
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Qualcuno di voi probabilmente starà pensando che IBM, dopotutto, non era certo l'unica azienda che producesse computer. È vero, e vale la pena di dare un'occhiata al sistema di Burroughs, il B5000. Si tratta di un sistema molto interessante, specialmente considerando che è stato presentato nel 1961.
Il B 5000 è stato sviluppato per linguaggi di alto livello, come il COBOL e l'ALGOL. Con questo vogliamo dire che la macchina era stata creata, principalmente, per la traduzione a livello macchina dei linguaggi di alto livello. Conteneva hardware stack, segmentazione e molti descrittori per l'accesso dati.
I descrittori avevano molti utilizzi, tra cui il bound checking a livello hardware, che distingueva le stringhe di caratteri dagli array di parole, facilitava l'allocazione dinamica di array, indicando la dimensione dei caratteri e anche se c'era qualcosa nella core memory o no. Perché ciò era interessante? In due parole, memoria virtuale. Il B 5000 è stato il primo computer commerciale dotato di questa tecnologia. Supportava anche il multi processing e il multiprogramming, anche con ALGOL e COBOL. Infatti, il Master Control Program (MCP), il modo in cui veniva chiamato il sistema operativo, gestiva la memoria e l'assegnamento delle unità input/output, la segmentazione dei programmi, le subroutine e lo scheduling, tutte attività che venivano risparmiate ai programmatori.
Un altro aspetto per cui Burroughs andava fiero era la natura modulare del computer. Poteva essere potenziato o depotenziato senza dover riprogrammare l'intero sistema.
Il B 5000 non ebbe il successo commerciale dei mainframe IBM. Infatti, molti facevano riferimento a questa macchina come quella che tutti amavano ma che nessuno acquistava. Era un sistema progettato per fare da intermediario tra gli umani e il computer, però era anche dotato di molte tecnologie, come la memoria virtuale e il multi processing, che sono ora presenti sui computer moderni; in pratica supportava già un'architettura che sarebbe stata introdotta solo 48 anni dopo.