La storia dei mainframe
Oggi compiamo un curioso viaggio nel mondo dei mainframe che, senza particolari sorprese, inizia e finisce con IBM.
Negli anni '30 il computer era ancora una strumento piuttosto grezzo, un ragazzone armato di regolo calcolatore, e IBM era principalmente conosciuta per le macchine a nastri perforati. L'azienda era guidata da Thomas Watson Sr., le cui idee furono il motore principale di una trasformazione rese IBM capace di fare il bello e il cattivo tempo nel mercato dei computer.
Tutto iniziò nel 1936, quando Howard Aiken, un ricercatore di Harvard, stava cercando di risolvere un problema legato al progettazione delle valvole(un po' ironico, come vedrete).
Per fare dei progressi, Howard doveva risolvere delle equazioni non lineari, e non c'era nulla di disponibile che poteva farlo al suo posto. Aiken propose ai ricercatori di Harvard di costruire un calcolatore su ampia scala che potesse risolvere questo tipo di problemi, ma la sua richiesta non fu particolarmente ben accolta.
Aiken quindi provò a fare breccia alla Monroe Calculating Company, che declinò la sua proposta, e passò quindi a IBM. Aiken proponeva essenzialmente un documento che raccoglieva delle necessità, non un vero progetto, e lasciava a IBM l'onere di trovare un modo per soddisfarle. Il costo iniziale fu stimato in 15 mila dollari, che però diventarono velocemente 100.000, una volta che la proposta fu formalmente accettata nel 1939. La realizzazione vera e propria, tuttavia, costò a IBM circa 200 mila dollari
Dopo qualche anno di attesa, nel 1943 una bestia meccanica, da cinque tonnellate e 15 metri, portò a termine il suo primo calcolo.
Siccome il computer aveva bisogno una sincronizzazione meccanica tra le differenti unità di calcolo, c'era un'asse mosso da un motore da cinque cavalli che percorreva il sistema per tutta la sua lunghezza. Il "programma" era creato inserendo fili di connessione su un pannello di connettori. I dati erano letti da schede perforate e i risultati stampati su altrettante schede, o con macchine da scrivere elettroniche. Questa bestia era solo in grado di fare tre addizioni o sottrazioni per secondo, e ci metteva ben sei secondi per una sola moltiplicazione. I calcoli logaritmici o trigonometrici impiegavano oltre un minuto ciascuno.
L'Harvard Mark era tecnologicamente un progetto senza futuro, e non lavorò molto durante i suoi 15 anni di carriera, ma rappresentò il primo calcolatore completamente automatico mai costruito.
Era molto lento, basato su tecnologia meccanica, e limitato, ma era un computer, l'inizio di quello che sarebbe avvenuto in seguito.