La sfida di efficienza tra x86 e ARM ha un errore di fondo, secondo Intel

Efficienza naturale di ARM? Intel ribatte: x86 altrettanto valido con l'uso corretto, sfidando le percezioni sull'efficienza dei processori.

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a cura di Marco Pedrani

Managing Editor

ARM o x86: quale architettura è davvero più efficiente dal punto di vista energetico? La questione è più complessa di quanto si possa pensare a prima vista, nonostante l'opinione comune tenda a favorire ARM.

Intel, il principale produttore di chip x86, sostiene che in realtà non sia l'architettura in sé a determinare l'efficienza energetica di un processore. Robert Hallock, VP del Marketing Tecnico di Intel, afferma: 

La nostra visione è fisica: i transistor consumano energia. Un design di CPU che aumenta il numero di core, la dimensione dell'NPU o della grafica, o aggiunge complessità al fabric non è gratuito. Queste decisioni intrinsecamente aumentano il consumo energetico del package e i TDP.

In altre parole, implementare le funzionalità e le prestazioni richieste dal mercato ha un "costo tipico", indipendentemente dall'architettura x86 o ARM. Diventa quindi una sfida tra quale set di scelte progettuali offra il miglior rapporto prestazioni/potenza/area per soddisfare le aspettative dei consumatori.

Il ruolo dell'architettura nell'efficienza energetica

I chip ARM sono generalmente considerati più efficienti dal punto di vista energetico, mentre i chip x86, spesso associati a desktop e server, oltre che ai computer portatili, vengono visti come più energivori.

Non è x86 o ARM che determina il consumo energetico, ma il design fisico del chip.

Hallock sottolinea che l'efficienza energetica dipende da molteplici fattori: 

È il design fisico del chip, il suo floor plan, la tecnologia di processo utilizzata, la tecnologia di packaging. Si tratta di ottimizzare instancabilmente ogni componente della piattaforma: pannelli a basso consumo, memoria ed SSD più efficienti. Questo è ciò che determina la durata della batteria e il consumo della CPU.

Jim Keller offre ulteriori spunti di riflessione sulla questione: qualsiasi architettura potrebbe essere piuttosto efficiente dal punto di vista energetico, ma con il tempo le cose cambiano. Nel corso degli anni, le architetture si riempiono di funzionalità, alcune necessarie, altre meno, alcune persino obsolete. Per mantenere la compatibilità con software e sistemi più vecchi, la maggior parte di queste funzionalità deve essere conservata, potenzialmente rendendo l'architettura meno efficiente.

Quando ARM è uscito per la prima volta, era un computer a 32 bit pulito e rispetto a x86 sembrava molto più semplice e facile da costruire. Ma poi hanno aggiunto una modalità a 16 bit, l'istruzione IT che era terribile, quel set di estensioni vettoriali a virgola mobile con overlay nel file di registro, e poi 64 bit, che lo ha parzialmente ripulito. Poi hanno aggiunto alcune funzionalità speciali per la sicurezza e l'avvio. Quindi è diventato solo più complicato.

Intel Lunar Lake, la prossima generazione di chip per laptop che debutterà nelle prossime settimane, mira soprattutto a ridurre i budget energetici dei vari componenti. L'azienda si è impegnata per ottimizzare ogni singolo motore di esecuzione del chip per estrarre il massimo delle prestazioni per watt.

Insomma, la questione dell'efficienza energetica tra architetture diverse come x86, ARM, o anche RISC-V, è complessa e non può essere ridotta a un semplice confronto. Fattori come il processo produttivo, i transistor, i substrati e ciò che è effettivamente presente sul chip giocano un ruolo fondamentale nel determinare il consumo energetico di un dispositivo specifico. L'obiettivo finale è trovare il giusto equilibrio tra tutti questi elementi per ottenere processori sempre più efficienti, indipendentemente dall'architettura di base.

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