Era lo scorso settembre quando si iniziò a parlare del chip proprietario di OpenAI: ora, stando a un report della CNBC, l'azienda starebbe finalizzando in design del suo primo chip AI personalizzato, con l'obiettivo di avere i primi sample da TSMC entro la prima metà dell'anno.
Il processo di tape-out richiederà circa sei mesi e costerà diversi milioni di dollari all'azienda, che potrebbe decidere di pagare un bonus a TMSC per accelerare la produzione. Va sottolineato però che non è detto che il primo tentativo abbia successo e, nel caso servisse un secondo tape-out, i piani di OpenAI potrebbero subire rallentamenti importanti.
Come riportato in precedenza, l'azienda sta collaborando con TSMC e Broadcom per la creazione di questo chip. Il team di sviluppo è composto da 40 persone e capitanato da Richard Ho, Head of Hardware di OpenAI. Il progetto è basato sui 3nm di TSMC e sfrutta l'architettura systolic array abbinata a memoria HBM, un approccio simile a quello delle GPU per l'IA di NVIDIA; la produzione di massa è prevista per il 2026.
Lo sviluppo di un chip proprietario rappresenta uno sforzo importante per OpenAI, non solo a livello economico, ma di risorse in generale. È però essenziale per ridurre il più possibile la dipendenza da NVIDIA, che a conti fatti sta monopolizzando il mercato dei chip per l'intelligenza artificiale. La soluzione di OpenAI vedrà probabilmente un impiego limitato, almeno all'inizio, ma potrebbe facilmente prendere piede e contrastare le proposte di NVIDIA nel caso in cui dovesse offrire prestazioni competitive.
Altro vantaggio non di poco conto è che un chip progettato internamente permetterà ad OpenAI di avere il controllo sull'intera catena dell'IA, dalla progettazione hardware all'implementazione software, ottimizzando tutto al massimo e sviluppando soluzioni specifiche per determinate applicazioni, o modelli IA.
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