Modalità RAID estese - RAID nidificato
In aggiunta, ci sono molte possibili combinazioni di configurazioni RAID. Il RAID 50, per esempio, utilizza due RAID 5 per formare un RAID 0. Facciamo una piccola analisi: un RAID 50 con 6 o 8 hard disk è meglio del RAID 5, dato che in ogni RAID 0 a un drive è consentito di rompersi (anche se questo comporterebbe una diminuzione delle prestazioni). Bisogna però considerare che la capacità complessiva di due hard disk comprende anche quella necessaria per la memorizzazione dei dati sulla parità.
Più comune è senza dubbio il RAID 01, dove due sistemi RAID 0 vengono messi in mirroring e coordinati da un RAID 1. Per far ciò c'è bisogno di quattro hard disk, cosa non insolita nel settore professionale.
Vantaggi del RAID
In caso di problemi con i drive, nei controller professionali è implementata l'opzione per il così detto "hot spare". Si tratta di un disco aggiuntivo uguale a quelli montati che funziona da backup nel caso l'array subisca un danno. Non bisogna confondere gli hot spare con i global spare, che invece lavorano con tutti gli array o con pezzi dedicati, integrato in specifici array.
Un importante dettaglio che concerne la creazione di un array RAID complesso è il fatto che bisogna prima inizializzarlo. In base al numero di dischi usati e alla loro capacità complessiva, questo processo può portar via diverse ore. Dei buoni controller prevedono l'opzione di avviare il processo in background, in modo che l'array appena creato possa essere utilizzato immediatamente (anche se le prestazioni sono notevolmente ridotte).
Prima di installare il controller SCSI bisogna avere le idee chiare su come impostare l'array. Le periferiche professionali hanno due canali, ognuno con la consueta banda da 320 MB/s e dispongono del PCI-X, capace di una frequenza di 100 o anhe 133 MHz. Se si ha intenzione di usare numerosi hard disk che potrebbero intasare la banda di un singolo canale, è preferibile usarli entrambi. In genere, la creazione di un array prescinde dalla connessione fisica dei dischi e per di più, con sei o più drive, è possibile stabilire un RAID 50.
Con il RAID SATA questo limite non esiste. Ciascun disco funziona con il suo canale personale, con un trasferimento che raggiunge i 150 MB/s.
Nel caso si utilizzi un server, la flessibilità di un controller RAID di alto livello è necessaria. Un'importante pre-condizione per questo è che ci sia la possibilità di agganciare o staccare le periferiche durante l'operazione. Nel caso dell'Ultra320 SCSI, sono richiesti i rack per l'hot swap; bisognerebbe optare per un disco con un connettore SCA da 80 pin. Anche il SATA può permettersi l'hot swap e all'inizio non avrete bisogno di case aggiuntivi se userete i connettori di alimentazione del SATA. Ma state attenti ai tradizionali connettori: sono talmente elastici che è difficile essere certi del verso in cui vanno inseriti.
Con questo equipaggiamento dovreste essere in grado di modificare o espandere un array RAID senza spegnere il computer o tantomeno doverlo riavviare. La parola chiave è "migrazione", cioè la capacità di modificare la configurazione RAID durante l'uso normale del computer. Così le unità aggiuntive saranno integrate nell'array RAID senza alcuna interruzione.
Per gestire un controller RAID, sono disponibili programmi dei vari produttori. Permettono di monitorare e configurare la scheda per abilitare le opzioni precedentemente descritte. Un altro approccio molto diffuso è l'installazione di un servizio che funziona come server web e permette la configurazione da remoto, attraverso una rete. Non è un'opzione consueta per i sistemi RAID ma semplicemente si tratta di una bella implementazione frutto del sacrificio di volenterosi programmatori.
Un sistema professionale RAID normalmente prevede la presenza di componenti SCSI. La figura mostra un connettore SCSI a 68 pin, completo di cavo rotondo fornito dalla Adaptec.