La mentalità italiana è troppo vecchia per l'Intelligenza Artificiale

Il fondatore e CEO di OpenAI non ha parole gentili per il nostro Paese, che si trova nei panni di un inseguitore affaticato nella corsa all’evoluzione tecnologica

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Sam Altman, fondatore e CEO di OpenAI, ha parlato al pubblico della Italian Tech Week, e tra le cose che ha detto c’è anche un commento diretto in particolare all’Italia e al futuro del nostro Paese. Secondo Altaman l’Italia ha bisogno di un cambiamento prima di tutto culturale.

“Per sviluppare l'ecosistema tecnologico ci vuole cultura, non solo capitali, anche l'Italia può farlo ma deve sceglierlo culturalmente”, ha infatti affermato. il giovane miliardario.

Un’affermazione difficile da mettere in discussione da un Paese, il nostro, dove in effetti è sempre stato incredibilmente difficile “modernizzare il pensiero”. L’Italia è spesso e volentieri la terra del “si è sempre fatto così”, e consigli come quello di Altman raramente sono stati ricevuti con l’attenzione concreta che avrebbero meritato.

Eppure sembra che oggi più che mai una svolta verso la modernità sia davvero l’unica cosa che avrebbe senso, e forse potremmo proprio chiedere alle moderne IA una qualche ricetta per uscire dalla stagnazione - culturale prima che finanziaria ed economica - che grava sul nostro presente e sul nostro futuro.

Altman non manca di ottimismo, ricorda che anche negli Stati Uniti non c’è sempre stata la cultura “giusta,”, ma su questo aspetto forse sta provando l’esatto contrario: proprio perché si è formato nella cultura statunitense, è più che pronto ad abbracciare un certo ottimismo, e a considerare il cambiamento (anche profondo e radicale) come un’opzione sempre disponibile. Una visione che fa un po’ a pugni con quel nonsoché di immobilista e quel certo disfattismo così comuni nel nostro paese - specialmente tra politici e imprenditori.

A questo punto più di un lettore avrà pensato che no, che l’Italia è tanto innovativa quanto qualsiasi altro luogo del mondo. Basta guardare alle molte startup innovative, giusto? Sbagliato: qualche bolla di innovazione ce l’abbiamo, ci mancherebbe, ma di certo non stanno trainando un cambio culturale.

Dell’Italia mi piace sempre dire che va avanti nonostante i suoi governanti, e che tutto sommato può cambiare ma molto più lentamente. Il problema è che il mondo sta accelerando, e il nostro storico ritardo sembra sempre più abissale e irrecuperabile.

Ha ragione da vendere Sam Altman nel dire che all’Italia serve un cambiamento culturale, ma tutto sommato lo sapevamo benissimo anche prima. Alcuni di noi lo sanno, almeno, mentre tanti altri si oppongono strenuamente a ogni tentativo di allontanarsi dalla solita strada; anche se ti farà sbattere la faccia contro un muro.

Secondo il padre di ChatGPT, e non solo lui senz’altro, l’Intelligenza Artificiale sarà al centro del prossimo boom economico, il motore di una rivoluzione mai vista prima. Probabilmente è vero, e probabilmente l’Italia non sarà pronta a cogliere l’occasione. Forse per quel momento avremo finito di discutere riguardo a quello spot con la bambina e la pesca.

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