Pare che l'incubo che fa passare notti insonni a AMD, Intel, Nvidia e compagnia bella, possa terminare relativamente presto. A quanto dice DigiTimes, dovremmo assistere a un aumento della produzione di substrato tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022, quando i fornitori (che si trovano principalmente in Taiwan e Cina) amplieranno la loro capacità di produzione tramite la costruzione di nuovi impianti.
Ovviamente la colpa della carenza di CPU e GPU (e il conseguente aumento esponenziale dei prezzi) non è da attribuire totalmente alla scarsa produzione di substrato (che è sostanzialmente ciò che fa da collante tra i microchip e i circuiti), ma ciò ha comunque contribuito in parte all'orrore di cui abbiamo dovuto essere spettatori negli ultimi mesi, che tra bagarini e miner senza pietà, non ci ha concesso l'acquisto di una scheda grafica senza dover per forza dare via un rene al mercato nero di Caracas.
Dal canto loro, le maggiori aziende produttrici non sono rimaste con le mani in mano: AMD, ad esempio, si è assicurata la sua parte di substrato tramite i suoi fornitori giapponesi, dando allo stesso tempo man forte in Korea e Taiwan per la costruzione di nuovi impianti di produzione. Nel frattempo, Intel ha siglato nuove partnership con Ibiden, Unimicron, AT&S e Semco, mentre non abbiamo notizie dettagliate su quali siano stati i movimenti di Nvidia.
È comunque palese che i progressi ci siano, sebbene dovremo aspettare ancora uno o due anni prima che i prezzi tornino a essere abbordabili per la maggior parte di noi comuni mortali. Ma il fatto che aziende come Unimicron, Nan Ya PCB e Kinsus si siano già messe in movimento per costruire nuovi impianti di produzione di substrato, ci lascia certamente ben sperare per quanto riguarda il futuro di processori e schede video, che sono i componenti più colpiti da questa carenza internazionale.