Internet Archive a rischio: problemi operativi e rischio chiusura

L'Internet Archive, nota organizzazione dedicata alla conservazione digitale, sta affrontando una serie di intense sfide questa settimana.

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a cura di Andrea Maiellano

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L'Internet Archive, nota organizzazione senza scopo di lucro dedicata alla conservazione digitale, sta affrontando una serie di intense sfide questa settimana, inclusi degli attacchi DDoS (Distributed Denial of Service).

Questi ultimi hanno gravemente disturbato il normale funzionamento della piattaforma, in particolare della popolare Wayback Machine, famosa per l'archiviazione di pagine web.

Nonostante le difficoltà, i rappresentanti dell'organizzazione assicurano che le loro raccolte di dati rimangono sicure, ma ammettono che si stanno ancora confrontando con la ripresa dei servizi.

Chris Freeland, direttore dei servizi di Internet Archive, ha rivelato che gli attacchi hanno prodotto "decine di migliaia di richieste al secondo". Attualmente, l'identità degli aggressori non è chiara, anche se esistono rivendicazioni, che richiedono ulteriori verifiche prima di essere confermate, da parte del gruppo autodenominatosi SN_Blackmeta, che si opporrebbe agli interessi degli Stati Uniti e di Israele.

Oltre agli attacchi informatici, Brewster Kahle, il fondatore dell'Internet Archive, illustra un ulteriore rischio, forse ancor più grave. Questo riguarda le battaglie legali con le maggiori case editrici e le etichette discografiche, che accusano l'organizzazione di violazione del copyright e chiedono ristori economici ingenti.

Internet Archive è attualmente impegnato in un confronto legale con un gruppo di colossi del calibro di UMG Recordings, Capitol Records e Sony Music, oltre a grandi editori come Hachette Book Group e Penguin Random House. Questi hanno portato in tribunale l'organizzazione già nel 2020, data alla quale sono seguite ulteriori azioni legali nel 2023.

La controversia ruota attorno alla pratica della digitalizzazione e condivisione di libri, con l'Internet Archive che sostiene la legittimità di tale operato basandosi sul principio di fair use, ovvero un utilizzo equo e legale.

Tuttavia, nel marzo del 2023, un giudice federale ha respinto tale argomentazione, ragion per cui la sfida legale assume contorni sempre più complessi e potenzialmente pericolosi per la sopravvivenza dell'organizzazione.

Kahle, in proposito, ha dichiarato che le conseguenze di una sentenza totalmente sfavorevole potrebbero essere catastrofiche, implicando la chiusura definitiva dell'Internet Archive.

Keil, nel manifestare le difficoltà affrontate, non ha esitato a sottolineare il rischio che tale causa può rappresentare per tutte le biblioteche del mondo, la cui missione è di rendere il sapere accessibile liberamente e senza barriere.

La speranza è quella di riuscire a preservare non solo l'Internet Archive, ma l'intero patrimonio culturale digitale al quale l'organizzazione ha lavorato per decenni.

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