Asus ROG Dominus Extreme e sistema di prova

Intel ci ha inviato un sistema di valutazione "Anidees" per questa prova. Il computer è impreziosito dall'illuminazione RGB di cinque ventole da 120 mm. Il sistema include anche un sistema a liquido AIO Asetek 690LX-PN da 360mm per raffreddare il processore. Attualmente non ci sono dissipatori a liquido AIO per socket LGA 3647 sul mercato, quindi il processo di Asetek affonda le sue radici nel settore enterprise. La pompa di sesta generazione del dissipatore, che solitamente si trova nei cluster per supercomputer, funziona a 3800 RPM.

Intel ha progettato e approvato il progetto del dissipatore, che secondo Asetek è ottimizzato per appassionati e giocatori. L'azienda afferma che può gestire fino a 500 watt di dissipazione termica, ma Intel ci ha anche inviato un ancora inedito dissipatore AIO EKWB EK-Phoenix 360 Annihilator per i nostri esperimenti di overclock. Abbiamo usato la soluzione Asetek e sei moduli da 8 GB di Samsung DDR4-2666 ECC per i nostri test a frequenze stock, ma poi siamo passati al dissipatore EKWB e sei moduli Corsair Vengeance RGB DDR4-2666 per i tentativi di OC.

Lo Xeon W-3175X è compatibile con il Socket P, noto anche come LGA 3647. Anche se non abbiamo più a che fare con il precedente meccanismo di aggancio usato da Intel, questi chip adottano ancora un'interfaccia Land Grid Array (LGA). Per la maggior parte dei dissipatori dedicati al Socket P, per prima cosa dovete ancorare il processore al dissipatore, dove due mollette lo tengono in posizione. Un paio di pin guida sul socket assicurano il corretto posizionamento di CPU e radiatore. Poi, una volta installato, dovete bloccare il dissipatore con quattro viti TorX. Il meccanismo di montaggio del socket ha inoltre un grande passaggio su un finale per ospitare un cavo "Internal Faceplate-to-Processor" che si collega alle CPU Xeon con Omni-Path abilitato sui datacenter. Quella funzione non è ovviamente disponibile nel settore workstation.

Il dissipatore EKWB non ha tuttavia un meccanismo di montaggio plastico collegato, quindi dopo aver rimosso la pasta termica malamente applicata e sotto gli standard fornita con il sistema, abbiamo inserito il processore nel socket e gli abbiamo permesso di adattarsi mentre stringevamo il dissipatore EKWB. Dopodiché abbiamo sostituito la memoria.

Fornire l'energia necessaria per permettere alla CPU di operare a frequenze stock non è semplice, quindi il sistema è arrivato dotato di un alimentatore EVGA Supernova 1600 T2. EVGA afferma che l'alimentatore 80 PLUS Titanium può fornire fino a 133,3A sul canale +12V. Intel ci ha inviato anche un secondo alimentatore per assicurarsi che potessimo alimentare la Asus ROG Dominus, e perciò il W-3175X, in caso di overclock.

Asus ROG Dominus Extreme da vicino

La ROG Dominus Extreme di Asus tiene fede alle aspettative. Asus ha dovuto far ricorso al form factor EBB per fare spazio all'enorme sosttosistema energetico, perciò la scheda madre misura 35,5 x 35,5 cm. Questo significa che avrete bisogno di un case adatto per ospitarla, con il socket LGA 3647 affiancato da 12 slot DIMM gestiti dal controller a sei canali del W-3175X.

La Dominus ospita quattro slot PCI Express 3.0 x14 che operano con bandwidth massimo, il che lascia ampie possibilità per realizzare configurazioni multi-GPU, attualmente non così popolari tra i giocatori, ma senz'altro più interessanti per i professionisti che usano applicazioni accelerate dalle GPU o lavorano con carichi AI. Anche gli adattatori di rete ad alta velocità dovrebbero beneficiare del throughput extra.

La Dominus ha due connettori ATX a 24-pin, quattro 8-pin e due 6-pin per alimentare il VRM composto da 32 fasi. L'azienda ha dotato il VRM di un sistema di raffreddamento attivo che consiste di quattro ventole nascoste sotto una copertura in alluminio. Queste ventole girano in base alla temperatura, quindi forzare ulteriore aria verso il VRM non dovrebbe essere necessario, salvo nelle configurazioni overcloccate. EKWB ha un waterblock personalizzato in arrivo sul mercato proprio dedicato al VRM.

Asus afferma che la scheda madre è stata progettata per ospitare soluzioni di raffreddamento a liquido custom, il che è evidente dai due connettori PWM per la pompa e i 12 connettori PWM per le ventole aggiuntivi. La scheda ospita anche un PCH (Platform Controller Hub) C621 "Lewisburg" di classe enterprise da 15W che aggiunge altre 20 linee PCIe 3.0 alle 48 native del chipset, anche se quattro di quelle linee sono dedicate alla connessione DMI 3.0 tra la CPU e il chipset.

Poiché anche l'occhio vuole la sua parte, Asus ha dotato la motherboard di illuminazione RGB sulla grande copertura del chipset, insieme al supporto per RGB Aura Sync. Un OLED LiveDash da 1,77 pollici a colori occupa la parte superiore della mascherina posteriore di I/O e la scheda supporta sensori di temperatura, flusso e rilevamento delle perdite per configurazioni di raffreddamento a liquido custom.

La vera sorpresa è l'assenza di slot M.2. Troviamo invece due slot DIMM.2 che supportano riser card che possono ospitare ciascuna due SSD M.2. Ci sono anche due connettori U.2 e otto SATA, quindi potete inserire tutta l'archiviazione di cui avete bisogno.

La connettività di rete è gestita da un controller LAN Aquantia AQC-107 10G e un Intel I219-LM (gigabit), affiancati da un chip Intel wireless AC-9260 che supporta il Wi-Fi 802.11ac. La scheda madre espone inoltre cinque USB 3.1 Gen 2, dodici USB 3.1 Gen 1 e quattro USB 2.0. Infine, troviamo un chip audio SupremeFX.

Configurazione di prova