Intel Performance Maximizer per l'overclock automatico delle CPU Core K

Intel ha reso disponibile Intel Performance Maximizer (IPM), un software per l'overclock automatico delle CPU. Per ora è limitato ad alcune CPU Core K di nona generazione.

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a cura di Manolo De Agostini

Intel Performance Maximizer
(IPM) è disponibile per il download . Si tratta del software di overclock automatico delle CPU Coffee Lake Refresh (Core di nona generazione) che avevamo visto in anteprima al Computex 2019 di Taipei.

Il software è compatibile con le CPU Core i5-9600K, 9600KF, Core i7-9700K, 9700KF, Core i9-9900K e 9900KF su piattaforme equipaggiate con il chipset Intel Z390 Express. Il nome del programma dice già molto sul suo scopo: l’obiettivo è quello di overcloccare in automatico la vostra CPU, estraendo le massime prestazioni (ma con una certa sicurezza di non friggerla a causa di impostazioni avventate).

Scrivendone qualche settimana fa, l’avevamo definito in qualche modo simile a Nvidia OC Scanner, ma per le CPU. Il compito di Intel Performance Maximizer è infatti quello di testare il processore a diversi livelli di tensione e frequenza per capire fino a che punto può essere spinto, senza ovviamente rischi eccessivi. Di conseguenza una variabile è data anche dal sistema di raffreddamento.

Ci sono alcuni requisiti da seguire affinché Intel Performance Maximizer funzioni correttamente:

  • L’overclock del processore deve essere attivo
  • Tutti i core devono essere attivi
  • Intel Hyper-Threading, se supportato, deve essere attivo
  • Intel Turbo Boost Technology 2.0 deve essere attivo
  • La modalità di avvio (Boot mode) deve essere impostata su UEFI
  • Enhanced Intel SpeedStep Technology deve essere attivo
  • Intel Watchdog Timer Driver (Intel WDT) deve essere attivo

È inoltre necessario avere un sistema operativo Microsoft Windows 10 x64 Edition versione 1809 (October 2018 Update) o più recente, 8 GB di RAM e soprattutto 16 GB di spazio libero su un’unità GPT non rimovibile, che il software si prenderà in modo automatico.

Una volta scaricato e installato, come potete vedere dalle schermate, siete pronti ad avviare i test. Si parla di alcune ore di prove per trovare l’impostazione di OC ideale, ma nel nostro caso sono passati circa 30 minuti.

Il programma di Intel lavora in un ambiente UEFI pre sistema operativo e dopo il completamento di tutte le prove, il sistema si riavvia nuovamente in Windows e il massimo overclock stabile viene programmato.

Abbiamo provato il nuovo software Intel su una piattaforma Z390 ROG Maximus XI Hero Wi-Fi, con a bordo un Intel Core i9-9900K tenuto a bada da un dissipatore ad aria Noctua, modello NH-U12A.

Nella nostra prova abbiamo notato due stranezze, forse perché abbiamo provato una versione non del tutto rifinita del software, l'attuale 1.0.1.602, o meno avanzata di quella mostrata al Computex.

La schermata nell’UEFI ci ha indicato un OC su tutti i core (all core) a 4923 MHz, mentre il software in Windows ci ha detto che l’overclock del nostro processore era di 4,8 GHz, 100 MHz in più rispetto alla frequenza turbo all-core standard. In base a CPU-Z, ma frequenza giusta è la seconda. Ovviamente questo risultato varia in base al tipo di CPU, al sistema di raffreddamento e in base al fatto che si tratti o meno di un modello “fortunato”.

L’altra differenza è che il software non ci ha offerto la schermata più completa, con tanto di frequenza per ogni core, vista al Computex. Questa però sembra essere semplicemente un’assenza del lancio, con l’arrivo di questa schermata (che vedete qui sotto) previsto entro l’anno.

Alla fiera taiwanese, durante la presentazione alla conferenza Intel - giusto per riferimento - un Core i7-9700K passò da una frequenza di 4,6 a 5,2 GHz.

Insomma, Intel Performance Maximizer si presenta come uno strumento utile, specie per chi non ha alcuna conoscenza in fatto di overclock. Per tutti gli altri può rappresentare un interessante punto di partenza per partire con un overclock in sicurezza e poi prendersi qualche rischio in manuale.

Per quanto riguarda la garanzia, l’uso di IPM potrebbe causare qualche problema visto quanto scritto nella schermata di installazione iniziale (visibile a inizio articolo). Insomma, non è garantito che in caso di problemi la CPU venga rimpiazzata senza batter ciglio.

L’azienda ha quindi contestualmente presentato il nuovo “Performance Tuning Protection Plan”. Si tratta di un piano che a 19,99 dollari permette di coprire le CPU compatibili con IPM dai possibili - e spesso catastrofici - problemi dovuti all’OC, o come dice l’azienda “che operano al di fuori delle specifiche pubblicate”.

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