Intel svelerà maggiori dettagli sulla sua prossima architettura grafica "Xe" in una presentazione approfondita nel corso della Game Developers Conference (GDC) che si terrà dal 16 al 20 marzo a San Francisco.
Antoine Cohade, manager per le relazioni con le software house, ha annunciato su Twitter che terrà una presentazione intitolata "A Primer on Intel Graphics Xe Architecture". L'anno scorso Cohade partecipò per parlare in dettaglio dell'architettura grafica Gen11 che ritroviamo all'interno delle CPU Ice Lake mobile.
"La nuovissima architettura Xe di Intel è stata anticipata da tempo, ed è prevista l'uscita entro fine anno", si legge nella descrizione della presentazione. "Questo aggiornamento porta un aumento rilevante delle prestazioni, della geometria e del throughput rispetto alle soluzioni Gen9 e Gen11 ampiamente utilizzate".
Durante la presentazione si parlerà della struttura dei blocchi fondanti dell'architettura e le implicazioni per quanto concerne le prestazioni. Agli sviluppatori software sarà inoltre spiegato come sfruttarla al meglio.
Su Twitter, Cohade ha anche affermato che spiegherà in che modo Xe differisce dalle precedenti generazioni e come ciò influisca in termini di ottimizzazione, differenze tra le versioni dedicate e integrate di Xe e il supporto al ray tracing.
Ricordiamo che recentemente Intel ha mostrato al CES 2020 una scheda dedicata agli sviluppatori, in modo che prendano confidenza con l'architettura e il software.
L'azienda ha inoltre ha svelato l'esistenza di tre varianti dell'architettura chiamate Xe LP, Xe HP e Xe HPC che andranno a coprire tutte le fasce del mercato. Xe LP è il nome dell’architettura che troveremo nelle soluzioni ultra mobile, mobile e gaming.
Xe HP invece si rivolgerà al settore workstation (e probabilmente anche alle GPU gaming di fascia alta), mentre Xe HPC al mondo HPC / Exascale, cloud, l’allenamento di reti neurali ed l’esecuzione di algoritmi di deep learning.
Xe HPC, ad esempio, sarà a bordo del supercomputer exascale Aurora che sarà "acceso" nel 2021 sotto forma di acceleratori "Ponte Vecchio".