Intel fa i conti e scopre che i prossimi mesi saranno molto difficili

Intel chiude il primo trimestre fiscale 2019 battendo le stime, ma le previsioni per il futuro non sono rosee. L'azienda prevede mesi piuttosto complicati.

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a cura di Manolo De Agostini

Intel ha presentato i risultati finanziari del primo trimestre fiscale 2019. Il produttore statunitense di microchip ha fatto registrare un fatturato di 16,1 miliardi di dollari, lo stesso di dodici mesi fa e leggermente superiore alle aspettative comunicate a gennaio. Il dato batte inoltre le stime degli analisti ferme a 16,03 miliardi.

Il margine lordo è sceso di 4 punti, dal 60,6% al 56,6%, e per questo motivo anche l’utile operativo e quello netto hanno sofferto, perdendo rispettivamente il 7% e l’11% - fermandosi a 4,2 e 4 miliardi di dollari. L’utile per azione ha raggiunto 87 centesimi di dollaro, in calo del 6% rispetto ai 93 centesimi di un anno fa.

L’aspetto curioso (ma forse nemmeno tanto) di questa trimestrale è che mentre il mercato PC nel suo complesso continua a non brillare, Intel ha visto crescere il fatturato della divisione Client Computing Group del 4%, a 8,6 miliardi di dollari. Un risultato che si deve ai prezzi medi più elevati dei microprocessori rispetto al passato.

In termini di volumi spediti le piattaforme notebook e desktop hanno perso rispettivamente il 7% e l’8%, ma al tempo stesso l’ASP (average selling price) è aumentato del 13% e del 7% sul primo trimestre 2018, portando a un incremento del fatturato della divisione. A spingere le vendite il comparto del gaming, i modem e la vendita di computer a grandi aziende.

In calo del 6% a 4,9 miliardi di dollari, in controtendenza con il passato, il Data Center Group. L’azienda ha registrato un aumento delle vendite del 5% nel settore cloud, ma parallelamente ha ravvisato un calo del 4% nel segmento CSP (communications service provider) e del 21% in quello legato alle imprese e agli ordini governativi.

La divisione Internet of Things ha visto crescere il proprio fatturato dell’8% a 910 milioni di dollari, mentre Mobileye (sensoristica e guida autonoma) ha messo a segno un +38% a 209 milioni di dollari grazie all’acquisizione di nuovi clienti nel corso dell’ultimo anno. Chiudono i conti la divisione delle memorie, che ha perso il 12% (a 915 milioni) a causa del calo dei prezzi delle NAND e il settore degli FPGA (Programmable Solutions Group, ex Altera), che ha perso il 2% fermandosi a 486 milioni di dollari.

Nel primo trimestre Intel ha generato 5 miliardi di liquidità, pagato dividendi per 1,4 miliardi e usato 2,5 miliardi per riacquistare 49 milioni di azioni. Per quanto riguarda il secondo trimestre fiscale 2019, Intel prevede un fatturato di circa 15,6 miliardi di dollari, in calo dell’8% sullo scorso anno, con un margine operativo del 27%. Per l’intero anno l’azienda si aspetta un fatturato pari a circa 69 miliardi di dollari, con un margine operativo del 30%. Tre mesi fa Intel pronosticava 71,5 miliardi di dollari, quindi c'è stata una pesante revisione delle stime.

"I risultati del primo trimestre sono stati leggermente superiori alle nostre aspettative di gennaio. [...] Per quanto riguarda il futuro abbiamo una visione più cauta dell’anno, anche se ci aspettiamo un miglioramento delle condizioni di mercato nel secondo semestre", ha commentato Bob Swan, amministratore delegato (CEO) di Intel, aggiungendo che il problema è rappresentato in particolare dagli ordini in calo dalla Cina per quanto riguarda l'ambito dei datacenter.

In virtù dei risultati e delle previsioni, le azioni dell’azienda nelle contrattazioni after hours stanno perdendo più del 7%.

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