Il produttore cinese di GPU Xiangdixian Computing Technology (XCT) ha ammesso di non aver raggiunto i propri obiettivi di sviluppo e di aver licenziato parte del personale nell'ambito di un piano di ristrutturazione. L'azienda ha smentito le voci di un suo collasso, ma ha lasciato aperta la possibilità di una chiusura futura.
La dichiarazione di XCT riflette le difficoltà incontrate dalla Cina nel perseguire la propria politica di autosufficienza nel settore dei semiconduttori, in risposta ai divieti di esportazione imposti dagli Stati Uniti. Questi impediscono alle aziende cinesi di acquisire legalmente gli acceleratori più potenti da produttori come Nvidia e AMD.
XCT ha già realizzato quattro GPU di modeste prestazioni, di cui due per desktop e una per workstation. Il 20 agosto l'azienda aveva annunciato di aver raggiunto con successo gli obiettivi di ricerca e produzione di massa per il suo chip GPU di punta Tianjun, destinato ad applicazioni come cloud desktop, CAD/CAE, metaversi e digital twin.
Risultati deludenti
Tuttavia, il comunicato di XCT rivela che l'azienda non è riuscita a sviluppare GPU adatte per l'intelligenza artificiale, una tecnologia considerata essenziale da Pechino per la crescita economica e la sicurezza nazionale. L'azienda sta ora cercando investitori e fonti di finanziamento esterne per proseguire lo sviluppo di GPU.
Le difficoltà di XCT rappresentano un problema per la Cina, che ha investito miliardi nello sviluppo di produttori di semiconduttori nazionali. Finora questi investimenti hanno prodotto pochi risultati concreti in termini di chip all'avanguardia, sollevando anche accuse di corruzione nella gestione dei fondi destinati al settore.