Il Garante per la protezione dei dati personali ha emesso un'ordinanza immediata che limita temporaneamente il trattamento dei dati degli utenti italiani da parte di OpenAI, la società americana che ha sviluppato e gestisce la famosa piattaforma ChatGPT. L'ordinanza è stata emessa a seguito di un'indagine aperta dall'Autorità, in cui è emersa la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti, oltre all'assenza di una base giuridica che ne giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia allo scopo di addestrare gli algoritmi alla base dell'IA.
Il Garante ha inoltre riscontrato che le informazioni fornite da ChatGPT non corrispondono sempre al dato reale, determinando quindi un trattamento di dati personali inesatto. Questo è stato evidenziato anche dopo la recente violazione dei dati che ha esposto sia le conversazioni degli utenti che le informazioni relative ai pagamenti degli abbonati a ChatGPT Plus.
Infine, l'Autorità ha sottolineato che non vi è alcun filtro per verificare l'età degli utenti sulla piattaforma, il che esporrebbe i minori a risposte inadeguate rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza. OpenAI, che non ha una sede nell'Unione Europea ma ha designato un rappresentante nello Spazio economico europeo, deve comunicare entro 20 giorni le azioni intraprese per rispettare le richieste del Garante. In caso contrario, rischia di subire una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo.