Pat Gelsinger, amministratore delegato di Intel, ha annunciato le sue dimissioni con effetto immediato, sorprendendo l'intero settore tecnologico. Dopo soli tre anni alla guida dell'azienda, il dirigente ha lasciato anche il consiglio di amministrazione, segnando la fine di un periodo complesso per l’azienda americana.
Gelsinger, figura storica in Intel con oltre 40 anni di esperienza, era tornato nel 2021 per rilanciare la società, ma il piano non ha raggiunto i risultati sperati. Negli ultimi mesi, Intel ha affrontato sfide significative, tra cui perdite nella divisione fonderie e difficoltà nel competere con rivali come NVIDIA nel settore dell’intelligenza artificiale.
La produzione dei processori Core Ultra 200V è stata affidata a TSMC, un segno delle criticità nella capacità produttiva interna. Inoltre, i recenti processori della serie Core, compresi i 200S, non hanno impressionato nel mercato gaming, mentre l’azienda ha annunciato licenziamenti di massa e lo spin-off della divisione fonderie.
Le voci su un possibile interesse di Qualcomm e altre società per un’acquisizione hanno aumentato, moto probabilmente, le pressioni nei confronti di Gelsinger. Parallelamente, Intel ha confermato che la nuova generazione di schede grafiche, che verranno lanciate domani, potrebbe rappresentare la chiusura delle sue attività nel settore gaming.
In attesa di un nuovo CEO, l’azienda sarà guidata congiuntamente dal CFO David Zinsner e da Michelle Johnston Holthaus, responsabile della divisione prodotti. Gelsinger lascia Intel in un momento cruciale, e spetterà a chi ne prenderà il posto il difficile compito di riorganizzare le operazioni e affrontare le numerose sfide di mercato che richiedono una leadership forte e una visione strategica per garantire il futuro dell’azienda.