I segreti di Apple M1 sono racchiusi i un PDF gigantesco

È stato pubblicato un documento PDF che riassume e analizza l'architettura M1 di Apple mettendo insieme tutte le scoperte degli ultimi mesi.

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a cura di Sara Grigolin

Maynard Handley, uno degli sviluppatori dietro Quick Time di Apple, ha condiviso un PDF di 350 pagine che analizza il funzionamento interno del chip M1 di Apple. Il documento (versione attuale 0.7) approfondisce l'architettura M1 da una prospettiva di reverse engineering ed è fortemente alimentato da altri professionisti e appassionati del settore.

Il chip M1 di Apple ha lasciato a bocca aperta il mondo della tecnologia a causa del suo incredibile IPC (il parametro che indica le istruzioni per ciclo) e del suo rapporto potenza/prestazioni, spostando i riflettori dall'x86 a sé, come architettura ad alte prestazioni. Tuttavia, per quanto impressionanti siano gli sforzi di Apple, l'approccio walled garden (o closed platform) dell'azienda significa che chiunque voglia sfruttare l'hardware M1 debba passare attraverso il sistema operativo di Apple, MacOS, o seguire il percorso di ingegneria inversa per ottimizzare un altro software da usare sul chip di Apple.

Tuttavia, molti ingegneri hanno preso a cuore questa sfida e anche recentemente sono riusciti a far girare Linux in modo stabile sul chip M1.

La quantità di lavoro che è stata impiegata per mettere insieme questo documento non può essere sottovalutata. Richiede sia una profonda comprensione dell'architettura ARM e dei suoi sforzi diagnostici, sia ore di test, lettura di documenti tecnici e brevetti e discussione della community. La documentazione offerta è un modo per raccogliere informazioni già note ed esistenti e risultati della ricerca di reverse engineering sul chip M1, ma aggiunge anche gli esperimenti di Handley.

Anche se questa non è un'edizione definitiva, gli sforzi di Handley possono ora diventare una vera e propria Bibbia basata su M1 e guidata dalla community e dalle scoperte rese note mano a mano. La maggior parte del lavoro svolto qui potrebbe anche aiutare ad aprire le porte al reverse engineering dell'Apple M2 - o M1X - che si prevede sarà più potente. È interessante vedere la quantità di lavoro necessaria per portare una piattaforma chiusa, e appositamente costruita per un determinato hardware, nelle braccia più accoglienti dell'open source.

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