HONOR MagicBook Pro (Intel) | Recensione

Un portatile da 16,1 pollici con tantissime qualità, prima fra tutte un prezzo incredibile

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Honor MagicBook Pro si è fatto conoscere per la sua versione con AMD Ryzen, ma esiste anche con processore Intel. È un computer eccellente anche in questa versione, con CPU Intel di decima generazione. L’azienda lo sta proponendo con un bundle davvero molto vantaggioso e oltre 500 euro di sconto (offerta valida anche sul Magicbook con Ryzen 5 4600H). È senza dubbio una proposta eccellente, con un rapporto qualità/prezzo tra i migliori possibili attualmente.

Premessa

L’Honor MagicBook Pro è un portatile che abbiamo già visto e provato lo scorso ottobre. La differenza più rilevante è che oggi abbiamo provato la versione con Intel Core i5-10210U, mentre lo scorso autunno avevamo testato quella con AMD Ryzen 4600H. Una differenza che, come vedremo, non è sostanziale.

Il processore AMD gode di un leggero vantaggio su quello Intel, guardando sia alle sole specifiche sia al test con PCMark: se scegliete la versione con CPU AMD avrete effettivamente un pochino di prestazioni in più. Ma non così tante da giustificare una scelta radicale in favore di AMD: se doveste trovare la versione Intel a un prezzo più basso, o se avete qualche ragione personale per preferirla, non ci sono controindicazioni particolari.

Design

Stiamo parlando dello stesso computer visto lo scorso ottobre, con una scocca in alluminio che in qualche modo imita e insegue quella del MacBook Pro 16. Un tentativo riuscito solo in parte.

Il MagicBook Pro è piacevole da maneggiare e risulta solido e ben costruito, ma siamo lontani (parecchio) dalla qualità costruttiva offerta da Apple. Lo si nota soprattutto nei piccoli dettagli, come la giunzione tra scocca e altoparlanti, il modo in cui sono rifinite le porte, la finitura dei bordi o la precisione delle linee.

Sono piccoli dettagli, del tutto compensati dalla differenza di prezzo, visto che il MacBook costa almeno 2.800 euro mentre per questo MagicBook Pro ne bastano meno di mille. Per quanto il confronto potrebbe sembrare spontaneo, dunque, inizia e finisce in una forte somiglianza. Per il resto, stiamo parlando di due notebook completamente diversi.

Detto questo, il MagicBook Pro è un notebook eccellente. Le soluzioni di design sono ben riuscite, in un notebook resistente e piacevole da utilizzare. È piuttosto grande, per via dello schermo da 16”, ma tutto sommato risulta compatto (369 x 234 x 16.9 mm) e soprattutto leggero, con un peso di solo 1,7 Kg. Il che ne fa un portatile relativamente facile da trasportare.

Offre due porte USB-A e una presa jack sul lato destro, mentre a sinistra abbiamo una USB-C, una terza USB-A e una HDMI full-size. Tutte le porte USB sono 3.2, e la porta USB-C serve anche per caricare la batteria. La porta USB-C non è una Thunderbolt, il che non è certo una bella notizia ma non è nemmeno un dramma, soprattutto in un prodotto di questa categoria.

Ci sono due altoparlanti rivolti verso l’alto, ai due lati della tastiera. Il touchpad, privo di tasti fisici, è posizionato in modo simmetrico e centrato, ma manca una perfetta corrispondenza con la barra spaziatrice e i tasti ALT; un piccolo dettaglio che gli esteti più esigenti noteranno subito, ma tutti gli altri non ci faranno caso se non nei momenti di noia.

Come già i Matebook di Huawei, che sono cugini di questo MagicBook, abbiamo la webcam integrata nella tastiera, in un falso tasto tra F6 ed F7. Ci sono alcuni vantaggi in questa scelta: la privacy è più tutelata da una webcam che è quasi sempre chiusa, e di sicuro il design del notebook ci guadagna. Purtroppo però quando vorrete usarla dovrete sopportare un’inquadratura veramente orrenda - ragion per cui speriamo tanto che Honor e Huawei cambino presto idea su questo dettaglio.

Infine, c’è un sensore per impronte digitali integrato nel tasto di accensione. L’idea, già vista sui Matebook, è ottima: si tratta di premere il pulsante per accendere il notebook e allo stesso tempo sbloccare Windows tramite l’impronta digitale. Purtroppo però questo lettore si è rivelato un po’ capriccioso, e in diverse occasioni ci siamo visti costretti a inserire il classico PIN. Quando funziona è molto comodo, ma avremmo preferito un sensore più affidabile.

Schermo

Lo schermo da 16,1” usa un pannello IPS LCD. Ufficialmente offre una luminosità massima di 300 nit e una copertura del 100% dello spazio sRGB. Non sono specifiche da schermo professionale ma sono adeguate a un notebook “da ufficio” come questo. È adatto alle attività di ogni giorno e offre una precisione cromatica adeguata alle presentazioni del lavoro o a quelle di scuola, o anche a un po’ di fotoritocco e montaggio video. Ed è eccellente anche per il tempo libero, quando vorrete guardarvi un film o una serie su Netflix.

La luminosità non è delle migliori invece: andrà bene nella maggior parte dei casi, ma in qualche situazione lo schermo potrebbe risultare difficile da leggere. Può succedere quando ci si trova esposti a qualche fonte di luce forte, magari sotto a una finestra, ma nella maggior parte dei casi non dovrebbe essere un problema.

Tastiera e touchpad

La tastiera sfrutta dei moderni switch a forbice, silenziosi e precisi. Si scrive da subito velocemente e senza errori, e in generale quella del MagicBook Pro è una tastiera molto buona. Tuttavia mancano alcuni elementi chiave per chi scrive molto, che sia per lavoro o per scuola.

Manca per esempio il tastierino numerico virtuale (ed è quindi quasi impossibile usare i codici numerici per i caratteri speciali) e mancano i tasti per navigare tra documenti e pagine (PgUp, PgDown, End, Home, etc). Questo ha permesso a Honor di ottenere un design pulito, il che è piacevole, ma a costo di una tastiera meno funzionale rispetto ad altri marchi; usare Windows 10 ovviamente non è un problema, ma risulta un po’ più complicato.

I tasti F sono configurati sulla funzione secondaria di default, quindi luminosità dello schermo, volume, microfono, Wi-Fi, e così via. Premendo il tasto Fn si passa a funzionamento tradizionale e l’impostazione resta memorizzata anche dopo un riavvio. Una scelta un po’ radicale, visto che obbliga a scegliere se avere un controllo del volume immediato oppure i tasti da F4 a F6.

Il compagno della tastiera è, ovviamente, il touchpad. L’Honor Magicbook 16.1 offre una superficie davvero molto ampia (120x72 mm), che si presta benissimo alle gesture multitouch di Windows 10 (o della vostra distro Linux favorita).

Purtroppo non è il più preciso e affidabile dei touchpad, però. Honor ha scelto, come quasi tutti ormai, di non inserire tasti fisici. Una scelta che di base non presuppone nessun problema, ma il singolo tocco non ha funzionato molto bene durante la nostra prova. Può capitare di cliccare senza che succeda niente, oppure di agganciare una finestra e poi faticare a rilasciarla. La soluzione è il click vero e proprio, quello che si ottiene premendo con più forza e producendo il classico suono “da mouse”. Se avete sempre usato il touchpad in questo modo, nessun problema. Ma se siete abituati al “tocco leggero”, allora forse questo computer potrebbe non essere l’ideale per voi.

Infine, anche questo touchpad restituisce spesso sgradevoli vibrazioni quando lo si picchietta con il dito. È una cosa che abbiamo visto anche su notebook di altri marchi ma non è uno di quei casi in cui “mal comune mezzo gaudio”. Resta una cosa fastidiosa.

Prestazioni e hardware

Come abbiamo anticipato, questo Honor MagicBook con CPU Intel è leggermente meno potente rispetto a quella con AMD che abbiamo provato lo scorso autunno. Non si tratta di una differenza abissale ma non è nemmeno del tutto trascurabile: parliamo di 4942 punti (AMD) contro 4350 punti (Intel) registrati con PCMark 10. Circa il 12% a favore del modello AMD.

Andando a guardare il dettaglio, però, salta fuori che il il risultato è dovuto in gran parte alla GPU. Da una parte abbiamo la Nvidia MX350 (pressoché identica alla generazione precedente). E dall’altra la AMD Radeon RX Vega 6. Sempre il test di PCMark 10 ci riporta 3866 e 5198 punti, rispettivamente. Stavolta la differenza diventa del 25,6%.

In altre parole, se con il vostro Honor MagicBook 16,1 pensate di fare attività grafiche impegnative, allora la versione con AMD è preferibile.

Fermo restando che entrambe le piattaforme sono eccellenti per il lavoro da ufficio, la scuola e le applicazioni creative “leggere”. Le GPU possono supportare senza problemi le videoconferenze e lo streaming, anche se ci sono fonti multiple da gestire.

Il “vantaggio grafico” della piattaforma AMD è più che altro teorico. Chi ha bisogno davvero di usare CAD o Adobe Premiere, probabilmente, si orienterà su modelli più specifici scelti tra i notebook per il montaggio video e le creazione di contenuti.

In ogni caso, comunque, usare questo notebook è davvero un piacere perché non diventa mai troppo caldo e soprattutto è sempre del tutto silenzioso. Per sentire le ventole, soprattutto quando si lavora a batteria, bisogna infatti spremerlo fin quasi al limite. Per avere un notebook ancora più silenzioso di questo dovreste orientarvi sul MacBook Air M1, che è fisicamente privo di ventole (ma anche molto più piccolo).

Autonomia

La batteria è uno dei pochi altri elementi, a parte il processore, che separano i due allestimenti del MagicBook Pro. 65Wh sul modello Intel, 56Wh su quello AMD. Non sappiamo di preciso il perché di questa scelta, ma con ogni probabilità si tratta di una questione di spazio disponibile all’interno.

L’autonomia per la variante Intel comunque non è eccellente, pur considerando la batteria più grande. Potreste aspettarvi di lavorare serenamente 4-6 ore, o di arrivare a 7 ore facendo attenzione a risparmiare energia quando possibile. In ogni caso uscire di casa senza il caricatore non sarebbe una scelta priva di rischi.

Guardando ai test (le prove di autonomia di PCMark 10), comunque, il modello con processore AMD riesce a fare un po’ meglio, nonostante la batteria più piccola. Segno che forse Honor ha tenuto in considerazione i minori consumi della piattaforma AMD. Detto questo, avremmo preferito una batteria più grande (e una maggiore autonomia) anche sul MagicBook Pro con Ryzen.

Non è un’autonomia deludente in termini assoluti. Anzi considerando le grandi dimensioni dello schermo, e i relativi consumi, è un risultato del tutto accettabile. Siamo però lontani dalle 9 ore e più che ci aspettiamo dai migliori notebook in circolazione, in particolare dagli Ultrabook e dai notebook ultrasottili in in generale (Ultrabook è un marchio registrato di Intel).

Verdetto

L’Honor MagicBook con processore Intel è un buon computer in termini assoluti, e offre moltissimo valore grazie a un’offerta tra le più vantaggiose che abbiamo mai visto: potete infatti prenderlo direttamente da Honor a €849, e oltre al portatile avrete anche un bonus con una selezione di gadget. La lista include anche i recenti Honor Watch ES e Honor Watch GS Pro, ma anche Honor Watch Magic o Honor Router 3. Insomma, come dicono le battute, poca spesa e tanta resa.

E visto che l’acquisto è così vantaggioso si può tranquillamente sorvolare sui piccoli difetti, come il touchpad imperfetto o l’autonomia non spettacolare.

Quello sui cui invece non scendiamo a compromessi è il fatto che allo stesso prezzo si può avere la versione AMD, che è leggermente migliore. Già, solo leggermente migliore. Ma visto che costano uguale, perché non prendere la versione che offre di più?

Dunque, a meno che non abbiate precise ragioni per preferire la versione con CPU Intel, nel caso dell’Honor Magicbook Pro consigliamo di prendere quella con AMD Ryzen 5 4600H.

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