Nuovi guai per Anthropic: Claude non può essere addestrato con le canzoni

La denuncia: editori musicali accusano Anthropic di violazione del copyright per l'uso di centinaia di brani nell'addestramento del chatbot Claude

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a cura di Andrea Maiellano

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Un giudice federale ha approvato un accordo provvisorio in una causa intentata contro Anthropic, la celebre azienda di intelligenza artificiale, da parte di un gruppo di editori musicali che accusano la società di aver utilizzato senza autorizzazione i testi di centinaia di canzoni per addestrare il suo chatbot Claude.

L'accordo, firmato dal giudice distrettuale Eumi Lee, obbliga Anthropic a mantenere le attuali misure di protezione del copyright durante il processo, impedendo al chatbot di fornire testi di canzoni nuove o vecchie. Gli editori musicali, tra cui Universal Music Group, Concord Music Group e ABKCO, sostengono che Claude sia stato addestrato su almeno 500 brani di artisti famosi come Beyoncé e Katy Perry, senza ottenere i permessi necessari né compensare i titolari dei diritti.

Per il giudice le IA devono rispettare la legge, così come ogni altra tecnologia.

Nei prossimi mesi, il tribunale dovrà decidere se le canzoni di proprietà degli editori musicali possano essere utilizzate per addestrare i sistemi di IA. Il caso evidenzia la tensione tra gli sviluppatori di IA generativa e i detentori di copyright, non solo nel settore musicale.

Anthropic, fondata nel 2021 da ex ricercatori di OpenAI e sostenuta da colossi come Amazon, Google e Salesforce, utilizza dataset che potrebbero includere materiali protetti da copyright come i testi delle canzoni. Ciò solleva questioni sull'uso equo e sulle corrette licenze.

Un portavoce dell'azienda ha dichiarato: "Claude non è progettato per essere utilizzato per violazioni del copyright, e abbiamo numerosi processi in atto per prevenire tali violazioni". Anthropic sostiene che l'utilizzo di materiale potenzialmente protetto da copyright per l'addestramento di modelli di IA generativa sia un "uso equo per eccellenza", in linea con le leggi esistenti sul copyright.

Tuttavia, gli editori musicali affermano nella loro causa che Anthropic "copia e diffonde illegalmente enormi quantità di opere protette da copyright". Il caso si inserisce in un contesto più ampio di sfide legali che l'IA sta affrontando: altri editori come The New York Times hanno citato in giudizio OpenAI e Microsoft, mentre The Wall Street Journal e Dow Jones hanno fatto causa a Perplexity, tutti per presunta violazione del copyright.

Anthropic deve anche affrontare altre sfide legali, tra cui una causa collettiva per violazione del copyright intentata da autori che accusano l'azienda di aver "costruito un'attività multimiliardaria rubando centinaia di migliaia di libri protetti da copyright".

Mentre il dibattito legale continua, alcuni editori hanno optato per accordi di licenza con società di IA come OpenAI e Meta, cercando un equilibrio tra innovazione tecnologica e protezione dei diritti d'autore.

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