Una sentenza storica ha colpito Google, mettendo in discussione il suo dominio nel settore della ricerca online. Il giudice Amit P. Mehta del Tribunale Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto di Columbia ha emesso una decisione che potrebbe rivoluzionare il modo in cui il colosso tecnologico opera e, potenzialmente, modificare la struttura stessa di Internet come la conosciamo.
Il giudice Mehta ha stabilito che Google ha abusato del suo potere monopolistico nel settore della ricerca, in parte pagando aziende come Apple per presentare il suo motore di ricerca come opzione predefinita sui loro dispositivi e browser web. Questa pratica, secondo il tribunale, viola la Sezione 2 dello Sherman Act, che vieta la monopolizzazione o il tentativo di monopolizzazione di qualsiasi parte del commercio.
Le accuse e la difesa di Google
Il Dipartimento di Giustizia e gli stati hanno intentato la causa antitrust contro Google nel 2020, sostenendo che i pagamenti miliardari dell'azienda per ottenere posizioni di primo piano su browser e smartphone hanno effettivamente impedito ai concorrenti di sviluppare i propri motori di ricerca su scala competitiva.
Google, dal canto suo, ha annunciato l'intenzione di appellarsi contro la decisione. Kent Walker, presidente degli Affari Globali di Google, ha difeso le pratiche dell'azienda, affermando che hanno portato alla creazione del miglior motore di ricerca possibile, a beneficio di consumatori e inserzionisti.
La decisione del giudice Mehta potrebbe avere ripercussioni significative non solo per Google, ma per l'intero settore tecnologico. Il giudice deve ancora decidere i rimedi per il comportamento di Google, che potrebbero variare da cambiamenti nel modo in cui l'azienda gestisce il suo business di ricerca fino alla vendita di alcune sue parti.
Questa sentenza potrebbe anche influenzare l'esito di altre cause antitrust attualmente in corso, come quella del Dipartimento di Giustizia contro Apple e quelle della Federal Trade Commission contro Meta e Amazon.
Il precedente di Microsoft
Il caso ricorda per certi versi la famosa causa antitrust contro Microsoft all'epoca del boom delle dot-com. In quel caso, il giudice Thomas Penfield Jackson stabilì che Microsoft aveva violato le leggi antitrust e ordinò la divisione dell'azienda in due entità. Sebbene la decisione fosse stata poi ribaltata in appello, Microsoft dovette comunque adottare misure significative, come la condivisione delle sue API con aziende terze e la nomina di un panel per monitorare la sua conformità.
Resta da vedere se il giudice Mehta si ispirerà a questi precedenti nel determinare i rimedi comportamentali per Google. In ogni caso, questa decisione segna un momento cruciale nella storia di Internet e potrebbe portare a cambiamenti significativi nel panorama digitale globale.