“Google coglie dalla comunità di ricerca le migliori idee e poi le elabora con dedizione”, ha confermato Stephen E. Arnold, consultant tecnologico e autore di “The Google Legacy”. Alcune delle sue innovazioni sono piccole, altre decisamente più importanti. Nei brevetti si può scovare una sorta di accessorio per convogliare meglio l’aria nei suoi rack di PC, ma anche una serie di tool software che semplificano le operazioni di parallel processing.
“Se sono in grado di risparmiare un 30% dei costi, un qualsiasi servizio online è capace di fare notevolmente la differenza”, ha dichiarato John M. Lervik, CEO di Fast Search & Transfer. I server di Google, non a caso, sono realizzati con parti piuttosto economiche, che negli anni sono state modificate per incrementare l’efficienza e la loro compatibilità con le nuove applicazioni. Attualmente i processori di riferimento sono gli Opteron di AMD, accreditati di un consumo energetico nettamente inferiore rispetto ai modelli Intel. Secondo AMD, Google è il suo quinto più grande cliente e il più importante che non si occupa di realizzare PC per la vendita.
Comunque Google sta già pensando anche al sostegno hardware dei sui nuovi servizi online. Ad esempio, ha più volte confermato che per la gestione di informazioni sensibili – come nel caso dell’ultimo Checkout – avrà bisogno di sistemi più sicuri e capaci limitare il numero di errori, quindi con caratteristiche diverse rispetto a quello utilizzati per le ricerche online.
“Il prossimo passo è certamente quello di produrre i chip internamente, e non solo customizzare in maniera estrema quelli altrui”, ha sottolineato Mark Stahlman, analista indipendente. Un indirizzo confermato dalla recente assunzione di numerosi ingegneri che hanno lavorato a lungo sul chip Alpha di Digital Equipment Corporation.
“Stiamo considerando l’eventualità del design di semiconduttori, ma certamente finché disporremo di prodotti di qualità, realizzati da aziende specializzate, non salteremo il fosso. Ovviamente personalizzare ogni volta l’attrezzatura è un problema, ma per ora andiamo avanti così, domani... ”, ha dichiarato Urs Holzle, vice presidente operazioni di Google.