Google e Microsoft si stanno impegnando duramente per limitare l’uso di risorse del browser Chromium da parte delle schede in background, limitando ad esempio l'esecuzione di JavaScript e riuscendo a ridurre il carico su GPU e CPU da parte dei browser Chromium-based (come Google Chrome e Microsoft Edge), preservando quindi risorse per le schede in uso.
La soluzione attualmente in uso metteva in "stand-by" le schede non in uso, ma non si occupava di eventuali finestre minimizzate o spostate fuori dallo schermo. Il nuovo approccio di Google punterà a determinare quali finestre siano a vista e quali no, andando a limitare di conseguenza le risorse usate dal browser. Il progetto chiamato "Native Windows Occlusion" tratterà le finestre non visibili esattamente come fatto fino ad ora per le schede in background di una singola finestra di Chrome, determinando quale finestra sia in visibile ed in uso e quale no.
I più attenti di voi si ricorderanno che non è una vera e propria novità: Google ha iniziato a lavorarci più di tre anni fa, ma i possibili problemi di compatibilità con i desktop virtuali e i setup multi monitor ne hanno rallentato lo sviluppo, con Google che conscia delle critiche al suo browser per l'eccessivo uso di risorse hardware ha preferito indirizzare il lavoro verso altre ottimizzazioni. Ora però, grazie anche alla collaborazione con Microsoft che partecipa attivamente allo sviluppo di Chromium, la funzionalità arriva finalmente sui PC degli utenti.
Secondo Google, grazie all’utilizzo di "Native Windows Occlusion" Chrome è ora più veloce ad aprirsi di circa il 25%, l’utilizzo della memoria video invece è del 3% inferiore con la GPU che deve renderizzare il 20% dei frame in meno, con un incremento della stabilità del render del 4,5%. Se volete approfondire più nel dettaglio il funzionamento della nova tecnologia di Chrome, vi rimandiamo al post sul blog ufficiale.