Google a rischio smembramento dopo la vittoria degli USA

Google a rischio smembramento dopo la sentenza del Dipartimento di Giustizia, che ora valuta una serie di opzioni per contrastarne il monopolio.

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a cura di Andrea Maiellano

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Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti sta valutando la possibilità di smembrare Google dopo la sentenza storica che ha riconosciuto il monopolio dell'azienda nel mercato della ricerca online. La notizia è stata riportata da fonti anonime vicine alle discussioni in corso.

Questa mossa rappresenterebbe il primo tentativo di Washington di smantellare una società per monopolizzazione illegale dai tempi di quanto venne fatto a Microsoft due decenni fa.

Il Dipartimento di Giustizia sta valutando lo smembramento di Google come potenziale soluzione per eliminarne il monopolio

Tra le alternative meno drastiche al vaglio ci sono l'obbligo per Google di condividere più dati con i concorrenti e misure per impedire all'azienda di ottenere vantaggi sleali nei prodotti di intelligenza artificiale.

Per chi non sapesse cosa è successo nelle ultime settimane, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha stabilito che Google ha abusato del suo potere monopolistico nel settore della ricerca, in parte pagando aziende come Apple per presentare il suo motore di ricerca come opzione predefinita sui loro dispositivi e browser web.

Questa pratica, secondo il tribunale, viola la Sezione 2 dello Sherman Act, che vieta la monopolizzazione o il tentativo di monopolizzazione di qualsiasi parte del commercio.

Google, dal canto suo, ha annunciato l'intenzione di appellarsi contro la decisione. Kent Walker, presidente degli Affari Globali di Google, ha difeso le pratiche dell'azienda, affermando che hanno portato alla creazione del miglior motore di ricerca possibile, a beneficio di consumatori e inserzionisti.

La decisione finale del Dipartimento di Giustizia potrebbe avere profonde implicazioni non solo per Google, ma per l'intero settore tecnologico americano. Un'eventuale azione antitrust di questa portata segnerebbe un cambiamento significativo nell'approccio regolatorio verso i giganti del web.

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