Non si fermano le contromisure degli Stati Uniti nei confronti della Cina, che nonostante i ban sta facendo passi da gigante nello sviluppo delle proprie intelligenze artificiali. Nel tentativo di arginare l’avanzata della potenza asiatica, l’amministrazione Biden ha deciso, dopo il recente ban sull’esportazione delle GPU H800 e A800 (versioni ridotte e depotenziate rispettivamente di H100 e A100) di proibire l’export anche per le RTX 4090, senza dubbio la miglior scheda video gaming sul mercato. Un altro duro colpo per NVIDIA, che ha nella Cina un mercato decisamente importante e che aveva lavorato a versioni meno potenti delle GPU per l’IA proprio per soddisfare i requisiti imposti dagli Stati Uniti.
Considerando che le schede (di NVIDIA e dei partner) vengono già assemblate nel territorio cinese, la nuova stretta proibisce all’azienda di vendere la sua top di gamma sul mercato cinese interno.
NVIDIA ha sviluppato H800 e A800 proprio in risposta alle prime regolamentazioni sulla potenza delle GPU IA decise dagli Stati Uniti: si tratta come già detto di schede meno potenti delle rispettive H100 e A100, progettate appositamente per stare al di sotto delle limitazioni.
Ma perché bandire anche la RTX 4090? L’ipotesi più probabile è che gli utenti in Cina abbiano trovato il modo di aggirare il ban, acquistando maggiori quantità di RTX 4090 in modo da avere le prestazioni desiderate per allenare le IA.
La nuova stretta attuata dagli Stati Uniti coinvolge, oltre alle già note H100, H800, A100, A800 e RTX 4090, anche le GPU NVIDIA L40 e L40S, dedicate ai datacenter.