Internet sta crescendo a ritmi vertiginosi: la quantità di dati che vengono scambiati cresce di ora in ora e moltissime società stanno investendo nella stesura di grandi dorsali oceaniche (e non) per garantirci la possibilità di sfruttare la Rete al massimo.
Nonostante questi sforzi, però, gli analisti erano preoccupati dal fatto che la fibra ottica avesse un limite imprescindibile che impediva di inviare i dati oltre una certa distanza, oltre la quale si rendono necessari dei costosi ripetitori.

Sembrava, addirittura, che entro cinque anni saremmo arrivati a un punto di saturazione per cui sarebbe stato troppo costoso piazzare tutte le dorsali necessarie e quindi Internet avrebbe iniziato a rallentare.
Usando le tecnologie attuali, infatti, non si può aumentare all'infinito la potenza dei laser usati per inviare dati a causa di un fenomeno di auto interferenza. Oltre una certa soglia, più si aumenta la potenza, maggiore sarà la distorsione del segnale che arriva a un livello tale da rendere illeggibili dati.
Fortunatamente, uno studio condotto presso l'UC San Diego's Qualcomm Institute ha appena dimostrato come basti ricorrere a un diverso sistema di organizzazione delle informazioni per evitare problemi.
Usando una serie di "flussi di informazioni" costruiti nella maniera giusta, si possono predire sia il livello sia il tipo delle interferenze prodotte e quindi, applicando una serie di trasformazioni inverse, ricostruire i dati inviati.
Ci vorrà ancora del tempo prima di avere applicazioni pratiche su questa tecnologia, ma è importante notare che, almeno in teoria, questa innovazione potrà essere applicata agli attuali sistemi di fibra ottica, così che potremo avere nuove linee a una frazione del costo passato.