Framework interrompe la vendita dei laptop economici a causa dei dazi di Trump

Framework è l'ultima azienda ad annunciare importanti cambiamenti nei propri piani strategici a seguito dei nuovi dazi imposti dagli USA.

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a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

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I dazi commerciali imposti dall'amministrazione Trump stanno provocando le prime conseguenze concrete nel mercato tecnologico americano. Framework, l'azienda nota per i suoi laptop modulari e facilmente riparabili, ha annunciato la sospensione temporanea delle vendite di alcuni modelli base negli Stati Uniti, trovandosi costretta a rivedere la propria strategia commerciale di fronte all'improvviso aumento dei costi d'importazione. La decisione evidenzia come anche le aziende più innovative del settore si trovino a fare i conti con le ripercussioni delle politiche commerciali, in un contesto di crescente tensione tra considerazioni economiche e scelte politiche internazionali.

La comunicazione è arrivata direttamente dall'azienda tramite un post su X (ex Twitter), dove Framework ha spiegato che i modelli interessati dalla sospensione sono "alcuni sistemi base del Framework Laptop 13", specificamente quelli equipaggiati con processori Ultra 5 125H e Ryzen 5 7640U. Questi prodotti sono stati temporaneamente rimossi dal sito web ufficiale dell'azienda, in attesa di una revisione delle strategie di prezzo o di eventuali cambiamenti nella situazione dei dazi.

In un secondo messaggio, Framework ha chiarito la motivazione economica alla base della decisione:

"Abbiamo fissato i prezzi dei nostri laptop quando i dazi sulle importazioni da Taiwan erano allo 0%. Con un dazio del 10%, saremmo costretti a vendere in perdita i modelli entry-level".

L'azienda ha anche sottolineato che non è l'unica ad aver fatto questi calcoli e preso decisioni simili, pur essendo una delle poche ad aver comunicato apertamente la situazione ai propri clienti.

Il caso Framework rappresenta solo la punta dell'iceberg di un fenomeno che sta coinvolgendo numerosi settori dell'economia americana. I dazi introdotti dall'amministrazione Trump sono entrati in vigore il 5 aprile, colpendo in particolare le importazioni da Taiwan, hub fondamentale per la produzione di componenti elettronici e dispositivi tecnologici.

Gli effetti si stanno facendo sentire anche su colossi dell'intrattenimento e dell'automotive. Nintendo, ad esempio, ha rinviato i preordini negli Stati Uniti della sua attesissima console Switch 2, citando proprio le preoccupazioni legate ai dazi. Nel settore automobilistico, Jaguar Land Rover ha temporaneamente sospeso le spedizioni verso gli USA per tutto il mese di aprile, mentre sviluppa nuovi piani strategici per affrontare la situazione.

La tecnologia diventa ostaggio delle tensioni commerciali internazionali

L'impatto economico di queste tariffe è particolarmente significativo per le aziende che operano con margini ridotti, come spesso accade nei segmenti entry-level del mercato tecnologico. Per Framework, che ha costruito la propria identità aziendale attorno a principi di sostenibilità, riparabilità e trasparenza, la decisione di sospendere le vendite piuttosto che aumentare i prezzi sembra coerente con la propria filosofia aziendale.

Gli analisti del settore prevedono che, se la situazione dovesse protrarsi, potremmo assistere a diverse strategie di adattamento: alcune aziende potrebbero rivedere le proprie catene di approvvigionamento per ridurre la dipendenza da Taiwan, altre potrebbero assorbire parzialmente i costi aggiuntivi per mantenere i prezzi competitivi, mentre altre ancora potrebbero essere costrette a trasferire interamente l'aumento dei costi sui consumatori finali.

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3 Commenti

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Oppure potrebbero trasferirsi in Canada/Messico, importare lì i componenti, assemblarli e venderli al resto del mondo tranne che in USA a prezzo inferiore rispetto a quanto già fanno ora anche senza dazi.
Pensa che successo sarebbe per l'intelligente strategia Trumpiana.
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Beh chiamare economici dei PC framework mi sembra assurdo. Costano 2/3 volte dei PC pari prestazioni di brand noti
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Oppure potrebbero trasferirsi in Canada/Messico, importare lì i componenti, assemblarli e venderli al resto del mondo tranne che in USA a prezzo inferiore rispetto a quanto già fanno ora anche senza dazi. Pensa che successo sarebbe per l'intelligente strategia Trumpiana.
Anche quando si spostassero le produzioni (con tempi minimi di 3-5 anni ed a costi ingenti), il costo di un iPhone made in Usa sarebbe comunque superiore a quello di uno importato dalla Cina. Stesso discorso per i ricambi auto...
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A Nintendo cosa gli ntetessa? Se deve vendere la sua console in America la venderà maggiorata del costo dei dazi e i nintendari sono così stupidi che la compreranno ... Secondo me state facendo confusione
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