Anche il consumo delle GPU dedicate ai data center è destinato a salire, per arrivare fino a 700 watt nel periodo indicato. Inoltre, Gigabyte si aspetta di vedere APU (l’unione di CPU e GPU in un solo chip) con assorbimenti fino a 1000 watt.
L’azienda prevede che, oltre ai consumi, anche la richiesta di server ad alte prestazioni continuerà ad aumentare nel corso dei prossimi anni, di pari passo con la diffusione dei prodotti IA e degli altri servizi online - non ultimo quelli di cloud storage.
I data center sono la spina dorsale del mondo moderno: ospitano i server che fanno funzionare Internet, il cloud computing e altri servizi digitali. Ma sono anche grandi consumatori di energia, che serve sia per far funzionare l’hardware sia per dissipatore l’enorme quantità di calore generato dai server - tanto che diversi progetti sperano di poterlo riciclare per il teleriscaldamento.
Il consumo energetico dei data center è una preoccupazione crescente. Si tratta di una sfida importante per le aziende e i governi, che cercano di ridurre l'impronta di carbonio e di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.
Un elemento chiave di questa sfida è l’efficienza energetica, cioè lo sforzo per ottenere i risultati con meno energia possibile. Non sembra che processori da 600 watt vadano in tale direzione, ma tutto dipende dalla potenza che ci metteranno a disposizione. Sicuramente per le aziende usare sistemi cloud può rappresentare un vantaggio anche dal punto di vista dell’impatto ambientale.
Sicuramente è una questione da prendere in seria considerazione, perché il consumo di energia dei data center non farà che crescere nei prossimi anni. Google, Microsoft, Amazon e altre aziende si sono impegnate a ridurre l’impatto energetico dei loro data center, ma il giudizio sui loro sforzi non è unanime, e non mancano le voci critiche che parlano di green washing.