Qualche giorno fa il portale russo CNews ha mostrato il Mobile Inform Group Akinak PC, che ha definito come il “PC anti-sanzioni”. Vi state chiedendo il perché di questo nome? Semplice: la macchina fa uso di un mix di hardware e software russi, in modo da evitare le sanzioni imposte al paese. La macchina è nuova, almeno sulla carta, ma dando uno sguardo alle caratteristiche tecniche, scopriamo che ha già qualche anno sulle spalle.
Il “cuore” del MIG Akinak è un chip Skif, progettato in Russia e basato su architettura ARM. Fa uso di quattro core Cortex A53, ha un TDP di 24W e sfrutta una GPU PowerVR GE8300. Si tratta di un chip lanciato nel 2019 per i tablet, quindi non particolarmente potete o adatto all’uso all’interno di un PC, anche di uno dedicato al lavoro d’ufficio e alle videoconferenze come questo. I core Cortex A53 raggiungono una frequenza massima di 1,8GHz.
Per l’archiviazione sono presenti 32GB o 64GB di memoria eMMC, espandibili tramite microSD; la scheda madre offre degli slot M.2, ma al momento sono utilizzabili solamente per schede Wi-Fi e Bluetooth, non si possono collegare SSD. Il PC è dotato di 8GB di RAM LPDDR4, ma il produttore afferma che la capacità può essere ampliata fino a 64GB.
MIG Akinak esegue una distribuzione Linux appositamente progettata, ma in futuro sembra diventerà compatibile anche con Astra Linux. MIG afferma di poter lavorare con diversi partner per produrre fino a 100 mila PC all’anno, tuttavia non è chiaro quante unità saranno effettivamente disponibili né chi fornisce l’hardware a MIG. Per di più, stando a quanto riportato da CNews, il PC non sarebbe poi così tanto “anti-sanzioni”, dato che non c’è modo di garantire che RAM e moduli Wi-Fi non ne siano vittima.