Ecco il nuovo business dei miner, così usano migliaia di GPU

Molte aziende di mining stanno convertendo il proprio business buttandosi sulle intelligenze artificiali.

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a cura di Marco Pedrani

Caporedattore centrale

Il mining è stato la piaga (o la fortuna, dipende dai punti di vista) del mercato delle schede video negli ultimi anni, ma il passaggio di Ethereum al modello Proof of Stake ha costretto i miner a reinventarsi, dal momento che è venuta meno tutta la convenienza che c’era nel minare la criptovaluta tramite GPU.

Tra le varie compagnie protagoniste di questo cambiamento c’è anche Hive Blockchain, che ha messo in atto una trasformazione radicale passando dal mining all’intelligenza artificiale.

Più nel dettaglio, Hive si occuperà di eseguire carichi IA per i propri clienti, ma non chiuderà del tutto il capitolo mining: una parte delle GPU infatti continuerà a minare alt-coin e ad eseguire altri servizi.

Stando a un report di CoinDesk, alcuni dirigenti di Hive sostengono che il loro servizio sia preferibile a quello offerti da OpenAI o altre aziende “tradizionali” come Microsoft, Google o Amazon, in quanto mette a disposizione fino a 38.000 GPU per machine learning e altri carichi IA, protegge i dati ed evita che vengano usati per allenare LLM pubblici e permette di scegliere tra l’affitto del servizio o un modello di business cloud.

La transizione che stanno affrontando Hive e molte altre compagnie simili è tutt’altro che indolore: diverse schede video ottime per il mining di Ethereum sono poco performanti con i carichi IA, quindi vanno sostituite con modelli migliori e, ovviamente, l’operazione è molto costosa; oltre a questo, Hive prevede che per il primo anno guadagnerà “solo” 1 milione di dollari usando 500 GPU, una cifra non così importante se si guarda al bilancio dell’azienda.

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