Nei giorni scorsi era emerso, attraverso dei benchmark eseguiti da PCGamesHardware, che la tecnologia DirectStorage di Microsoft causasse una riduzione delle prestazioni su Forspoken, con conseguente impatto sul framerate per via dell'impiego di maggiori risorse della GPU. Sembra però che i test effettuati non dicano esattamente come stanno le cose, dato che sarebbero stati influenzati dalle schermate nere che si presentano durante le sequenze di caricamento del gioco, falsando i risultati.
Come era stato reso noto la testata aveva fatto uso di CapFrameX, un software per l'acquisizione e l'analisi dei frame basato su PresentMon di Intel. In base ai risultati inizialmente condivisi, dove è stata utilizzata una configurazione equipaggiata con CPU Intel Core i9-12900K, insieme a una GPU Nvidia GeForce RTX 4090 e degli SSD SATA e NVMe paragonati tra loro, il maggior numero di FPS è stato ottenuto con l'unità SATA, più veloce unità NVMe PCIe 3.0 e 4.0. La testata The Verge ha eseguito altri test, affermando di non essere stata in grado di replicare il calo di performance denunciato da PCGamesHardware e registrando prestazioni praticamente identiche in tutti e tre i casi.
Loading of the sequences causes blackscreens with high FPS which has an impact on the average FPS when measuring with CapFrameX. You can handle this by using the cutting feature. pic.twitter.com/O1SyIU6aF0
— CapFrameX (@CapFrameX) January 26, 2023
Il fatto che la configurazione dotata di SSD SATA sia riuscita a ottenere un framerate più alto è dovuto proprio ai tempi di caricamento con schermata nera più lunghi su questo tipo di unità, come è anche stato fatto notare dall'account Twitter di CapeFrameX. In queste schermate il framerate schizza verso l'alto, dando l'illusione che Forspoken sia effettivamente più veloce che su un SSD NVMe, facendo pensare a presunti problemi con la tecnologia DirectStorage che in realtà non ci sono.