Prova d'uso
Per capire fino in fondo l'esperienza d'uso con l'XPS 13 l'abbiamo usato per lavorare per una decina di giorni, al posto del computer dell'ufficio e di quello di casa. La prima cosa da dire è che l'XPS 13 è uno dei pochi prodotti ideali da portare da e verso casa, o agli eventi: non c'è bisogno di una borsa apposita, entra tranquillamente in una comune borsetta da donna e non appesantisce nemmeno troppo. Merito delle dimensioni lillipuziane e dello spessore ultrasottile; non tutti gli ultrabook da 13 pollici permettono tanta disinvoltura.
Non ci siamo nemmeno premurati di spegnerlo e accenderlo ogni volta: basta chiudere il coperchio e sollevarlo nuovamente quando si deve continuare a lavorare. È una banale caratteristica di tutti i portatili, ma non sono altrettanto popolari la ripresa praticamente istantanea dallo standby (merito dell'SSD) e il fatto che anche così facendo si riesce a lavorare per un giorno intero senza restare "a piedi" con la batteria.
Una sensazione che abbiamo avuto è che è quasi più comodo usarlo seduti in poltrona che sulla scrivania. I motivi sono due. Primo la base compatta come accennato porta a stringere i gomiti al busto, che è una postura decisamente sbagliata per scrivere tutto il giorno. Stando alla scrivania questo atteggiamento è spontaneo, in posizione semi sdraiata non lo è.
In secondo luogo la forza dell'abitudine porta a collegare subito il notebook allo schermo esterno quando si arriva alla scrivania. Con l'XPS 13 non abbiamo potuto farlo perché nella nostra ghiotta scorta di adattatori non ne avevamo uno giusto sottomano. Dell sul suo sito vende, per 85 euro, un adattatore da USB 3.0 a HDMI/VGA/Ethernet/USB 2.0. Sicuramente è più versatile di un banale adattatore da mini DisplayPort a HMDI/VGA, ma francamente ci sembra l'esigenza primaria a cui tutti pensano. Vista la mancanza di un'opzione ragionevole e il prezzo poco amichevole, meglio fare un giro su Amazon, dove la spesa va dai 10 euro per gli adattatori base ai 20 euro per quelli più lussuosi. E c'è l'imbarazzo della scelta.
Usando costantemente lo schermo in dotazione però abbiamo apprezzato la scelta di Dell. È vero che i colori sono belli "carichi", e al di là della qualità misurata con il calibratore resta una questione di gusti. Noi l'abbiamo apprezzato anche perché i contrasti erano ben marcati, e soprattutto il bianco e il nero erano tali. Per fortuna il produttore ha compensato alla risoluzione esagerata con impostazioni ad hoc: gli smanettoni potranno decidere di personalizzarle come vogliono, ma non dimentichiamo che c'è anche chi non è esperto di computer e sistemi operativi. E in questo caso riuscirà comunque a usare questo schermo con soddisfazione senza fatica.
Ostinandoci a usare la tastiera integrata invece di quella esterna abbiamo sofferto un po', sia per abitudine, sia perché in effetti nonostante i punti a favore della tastiera dell'XPS, un modello di dimensioni più ampie è il benvenuto quando si deve digitare per tutto il giorno. Non abbiamo invece nessuna osservazione sul touchpad, che è ottimo, scorrevole e comodo. Anche chi reputa che il touchpad del MacBook Air sia l'eccellenza ammette che in questo caso la partita si chiude in parità.
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L'aspetto che però tutti apprezzeranno dell'XPS 13 è l'autonomia. Lasciando perdere l'impostazione severissima che usiamo per i test e lasciando invariati i parametri di fabbrica abbiamo lavorato per un giorno intero senza alcun problema, e avanzando una discreta riserva di carica per la serata. Quando ci si abitua a tempi del genere tornare indietro è davvero difficile.
Come accennato in precedenza invece Dell dovrebbe rivedere nel prossimo modello la posizione della webcam. Va bene ottimizzare gli spazi, ed è indubbio che il modulo webcam sopra al display avrebbe obbligato a ispessire la cornice e ad aggiungere qualche millimetro allo spessore del coperchio. Però la posizione scelta è decisamente infelice: nelle videoconferenze inquadra dal basso, con una prospettiva decisamente poco lusinghiera e un angolo di visuale che mette in risalto il mento e il soffitto. Chi tiene alla propria immagine la oscurerebbe al volo.