DeepSeek nel mirino: privacy degli italiani a rischio secondo il garante

L'ascesa dell'IA cinese DeepSeek: vera innovazione o strategia finanziaria? Il dibattito è aperto sulla reale natura di questa startup e le intenzioni del fondo che la controlla.

Avatar di Giulia Serena

a cura di Giulia Serena

Editor

L'Autorità italiana per la protezione dei dati ha avviato un'indagine su DeepSeek, la chiacchierata startup cinese di intelligenza artificiale, in merito al trattamento dei dati personali degli utenti italiani. L'azienda ha 20 giorni per fornire informazioni dettagliate sulle sue pratiche di raccolta e gestione dei dati.

La richiesta dell'Autorità italiana fa seguito a una denuncia presentata da Euroconsumers, una coalizione di gruppi di consumatori europei, riguardo la conformità di DeepSeek al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR). L'indagine si concentra in particolare sul trasferimento e l'archiviazione dei dati degli utenti in Cina, dove ha sede l'azienda.

Tra le informazioni richieste dall'Autorità ci sono dettagli su:

  • Quali dati personali vengono raccolti e da quali fonti
  • Per quali scopi vengono utilizzati i dati, incluso l'addestramento dei sistemi di IA
  • La base legale per il trattamento dei dati
  • Come vengono informati gli utenti registrati e non registrati sulla raccolta dei loro dati tramite web scraping
  • Misure per proteggere i dati dei minori

DeepSeek ha attirato l'attenzione per il suo modello linguistico di grandi dimensioni che sembra sfidare le assunzioni sui costi di sviluppo e gestione di tali sistemi di IA. Tuttavia, sono emerse anche preoccupazioni riguardo possibili violazioni di copyright, con Microsoft e OpenAI che sostengono ci siano prove che il modello sia stato in parte addestrato su "distillazioni" dei loro modelli proprietari.

A livello di Unione Europea, la Commissione Europea sta monitorando la situazione ma non ha ancora avviato indagini formali. Thomas Regnier, portavoce della Commissione per la Sovranità Tecnologica, ha dichiarato: "I servizi offerti in Europa dovranno rispettare le nostre regole", riferendosi in particolare all'AI Act che si applicherà a tutti i servizi di IA offerti nella regione.

Anche nel Regno Unito, l'Information Commissioner's Office (ICO) ha affermato che DeepSeek sarà soggetta allo stesso scrutinio di qualsiasi altro sviluppatore di IA generativa, sottolineando l'importanza di fornire agli utenti informazioni chiare e accessibili sull'utilizzo dei loro dati personali.

Il caso DeepSeek solleva importanti questioni per l'intero settore dell'intelligenza artificiale, in particolare la gestione transfrontaliera dei dati personali, soprattutto quando coinvolge paesi con regolamenti diversi come la Cina; la protezione dei dati dei minori nell'ambito dei servizi di IA e il rispetto dei diritti d'autore e della proprietà intellettuale nell'addestramento dei modelli linguistici.

L'indagine su DeepSeek potrebbe stabilire importanti precedenti per come le autorità di regolamentazione affronteranno queste questioni in futuro, influenzando potenzialmente lo sviluppo e l'implementazione di sistemi di IA a livello globale.

Mentre l'azienda ha 20 giorni per rispondere alle richieste dell'Autorità italiana, resta da vedere come questa situazione si evolverà e quali implicazioni avrà per DeepSeek e per il settore dell'IA in generale.

👋 Partecipa alla discussione! Scopri le ultime novità che abbiamo riservato per te!

1 Commenti

⚠️ Stai commentando come Ospite. Vuoi accedere?


cina brutta e cattiva...meglio dare i nostri dati a gli amiconi amerikani
Mostra altro Mostra meno

Questo commento è stato nascosto automaticamente. Vuoi comunque leggerlo?

Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.