L'Europa si lancia nella corsa all'intelligenza artificiale con un piano d'azione ambizioso e strutturato che ridisegna il futuro tecnologico del continente. L'AI Continent Action Plan rappresenta la risposta strategica dell'Unione Europea alla crescente competizione globale nel campo dell'intelligenza artificiale, un settore dove finora hanno dominato Stati Uniti e Cina. La Commissione europea ha delineato una roadmap completa che abbraccia infrastrutture, formazione, normative e supporto alle imprese, con l'obiettivo di trasformare l'Europa da semplice regolatore a protagonista attivo nello sviluppo e nell'applicazione dell'AI.
La visione strategica europea in materia di intelligenza artificiale nasce dalla consapevolezza che la sovranità tecnologica rappresenta oggi un elemento fondamentale di indipendenza geopolitica. Henna Virkkunen, vice presidente esecutiva della Commissione per la sovranità tecnologica, ha chiarito la posta in gioco: "La corsa globale all'IA è tutt'altro che finita. È giunto il momento di agire". Un'affermazione che evidenzia come Bruxelles non intenda più limitarsi a regolamentare l'AI, ma voglia attivamente costruirla e utilizzarla come motore di crescita economica.
Il piano affonda le sue radici nel discorso tenuto a Parigi dalla presidente Von der Leyen durante l'AI Action Summit di febbraio, un intervento che ha segnato un cambio di passo nell'approccio europeo. L'Europa ha compreso che senza un'autonomia tecnologica nel campo dell'AI, rischia di diventare dipendente da infrastrutture e soluzioni sviluppate altrove, con tutte le implicazioni che questo comporta in termini di sicurezza, privacy e competitività.
La strategia europea punta a creare un ecosistema completo che vada dalle infrastrutture di calcolo alla gestione dei dati, dalla formazione di talenti al supporto alle imprese. L'autonomia tecnologica diventa così non solo un obiettivo tecnico ma anche politico, in un mondo dove il controllo delle tecnologie avanzate determina gli equilibri di potere globali.
Il cuore dell'iniziativa è rappresentato dalle infrastrutture di calcolo. La Commissione europea ha già avviato la creazione di tredici AI Factories, strutture distribuite attorno ai principali supercomputer continentali. Ma il vero balzo in avanti sarà rappresentato dalle nuove AI Gigafactories, impianti che ospiteranno fino a 100.000 chip AI ciascuno, una capacità quattro volte superiore a quella delle strutture attuali.
Per finanziare questi progetti, Bruxelles ha lanciato il fondo InvestAI, con l'obiettivo di mobilitare fino a 20 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati per la creazione di cinque poli di calcolo distribuiti sul territorio dell'Unione. Un investimento massiccio che riflette la determinazione europea a recuperare terreno in un settore strategico.
Parallelamente alle infrastrutture di calcolo, il piano prevede un'ambiziosa strategia per i data center europei. Nei prossimi mesi verrà presentato il Cloud and AI Development Act, un'iniziativa legislativa che mira a triplicare la capacità dei data center europei nei prossimi cinque-sette anni, riducendo la dipendenza da infrastrutture extra-UE.
Dati e competenze: i pilastri dell'ecosistema AI europeo
L'intelligenza artificiale si nutre di dati, e l'Europa intende costruire un vero mercato unico in questo campo. Nel 2025 verrà lanciata la Data Union Strategy, una roadmap per creare un ecosistema di dati integrato a livello continentale. Nasceranno anche i Data Labs, spazi progettati per curare e rendere disponibili grandi volumi di informazioni provenienti da fonti pubbliche e private.
La qualità e l'accessibilità dei dati rappresentano un fattore cruciale per lo sviluppo di modelli AI competitivi. L'Europa, con le sue rigide normative sulla privacy e sulla protezione dei dati personali, intende trasformare quello che potrebbe sembrare un limite in un vantaggio competitivo, sviluppando soluzioni AI etiche e rispettose dei diritti fondamentali.
Ma i dati e le infrastrutture non bastano senza le persone che possano utilizzarli. Per questo il piano prevede la creazione della AI Skills Academy, con programmi dedicati alla formazione di giovani talenti, al reskilling di lavoratori e all'attrazione di competenze internazionali. Iniziative come "MSCA Choose Europe" e nuovi bandi di borse di studio mirano a creare percorsi legali per il reclutamento di esperti IA da tutto il mondo, ma anche a incentivare il ritorno in Europa di talenti emigrati.
Il capitale umano rappresenta forse la sfida più importante. L'Europa deve essere in grado non solo di formare nuovi esperti, ma anche di attrarre e trattenere i migliori talenti in un mercato globale estremamente competitivo. La capacità di creare un ambiente favorevole all'innovazione sarà determinante per il successo dell'intero piano.
Dalla teoria alla pratica
Un dato preoccupante emerge dalla situazione attuale: solo il 13,5% delle aziende europee ha adottato tecnologie basate sull'intelligenza artificiale. Per colmare questo divario, la Commissione lancerà la strategia "Apply AI", pensata per promuovere soluzioni concrete e personalizzate per i settori strategici dell'economia europea.
L'idea è coinvolgere imprese pubbliche e private, con il supporto delle AI Factories e dei Digital Innovation Hubs già esistenti sul territorio. Un approccio pragmatico che mira a tradurre gli investimenti in infrastrutture e ricerca in vantaggi concreti per l'economia reale e la competitività industriale europea.
Sul fronte normativo, l'AI Act recentemente approvato rappresenta una pietra miliare nella regolamentazione globale dell'intelligenza artificiale. Ma per garantire che le imprese possano adattarsi in modo semplice e sicuro al nuovo quadro normativo, verrà istituito un AI Act Service Desk: uno sportello digitale unico che offrirà assistenza, orientamento e strumenti di conformità per aziende e startup.
Con questa iniziativa ambiziosa, l'Unione Europea scommette sulla propria capacità di governare attivamente la trasformazione digitale invece di subirla. La sovranità del dato e l'autonomia tecnologica diventano elementi chiave di una nuova postura geopolitica europea, in un mondo dove l'intelligenza artificiale ridisegnerà gli equilibri economici e politici globali.