Fujitsu-Siemens H19-1W: mettete un leone nel vostro motore
La reattività dipende dalle regolazioni che avete fatto poiché l'overdrive è regolabile. Ecco un monitor che ci offre delle prestazioni migliori del VX922. Ebbene si, lo schermo dei videogamers più pretenziosi si è fatto battere da un piccolo monitor 19 pollici senza pretese. Per il futuro i 2ms del Fujitsu-Siemens saranno il nostro standard di riferimento per la reattività, ovviamente esclusi i televisori e monitor 100Hz.
Nonostante un overdrive molto aggressivo, lo schermo non è molto penalizzato. Si merita quindi una A.
Lo schermo è abbastanza nitido e raggiunge un contrasto tale da garantire delle buone condizioni di lavoro a tutti coloro che ogni giorno sono inchiodati per ore e ore davanti al PC. Per il discorso fotoritocco, invece, lasciamo perdere: innanzitutto non è ben regolato a default, secondariamente mostra due aloni luminosi in alto e in basso sullo schermo.
Per i videogiochi invece è il massimo. Le qualità del monitor in questo campo sono eccezionali, anche se per sfruttarle a pieno bisogna regolare l'overdrive manualmente, poichè altrimenti viene semplicemente disattivato.
Per quanto riguarda la qualità video le cose non vanno bene: innanzitutto si notano quei due aloni luminosi nella parte superiore e nella parte inferiore, inoltre vi è un eccessivo rumore video. Si può migliorare la situazione diminuendo la reattività, senza però cambiare di molto, e inoltre bisogna aggiungere degli angoli visivi molto ridotti. È un vero peccato che le prestazioni siano così scadenti, visto che inizialmente lo schermo ci aveva attratto grazie con il suo alto contrasto e il livello del nero regolabile. Ci possiamo consolare col fatto che almeno le immagini non sono molto irregolari.
Se volete uno schermo per giocare, ecco quello che fa per voi, ma le concessioni da fare sono tante, soprattutto in termini di design e di prestazioni video. È lo schermo da consigliare ai videogamers estremi. In ogni caso una cosa è certa: lo schermo è terribilmente rapido ed è diventato il nostro standard di riferimento per i confronti di latenza.