Entro pochi decenni l’umanità potrebbe essere sull’orlo dell’estinzione: dal cambiamento climatico a una possibile guerra nucleare, sono molti i pericoli che l’uomo avrà di fronte a sé e che dovrà evitare.
Potremmo ritrovarci in un’era post-apocalittica alla “Kenshiro”, e anche se i problemi saranno innumerevoli, ce n’è uno che secondo lo sviluppatore di software Virgil Dupras potrebbe complicarci ancora di più la vita: l’impossibilità di creare nuovi dispositivi elettronici e farli funzionare.
Per questo Dupras ha ideato “Collapse OS”, un sistema operativo open source pensato per funzionare sull’elettronica "di scarto", quella che sopravviverà all’evento che porterà la società come la conosciamo al collasso.
Sul sito del progetto Dupras ha spiegato la sua personalissima genesi di Collapse OS. “Mi aspetto un crollo della nostra filiera produttiva globale prima del 2030. Non saremo più in grado di produrre la maggior parte della nostra elettronica perché dipende da una filiera molto complessa che non potremo rimettere in piedi per decenni (mai?)”.
“Il progresso rapido che abbiamo visto con l'avvento dell'elettronica si è verificato in condizioni molto specifiche che non ci saranno dopo il crollo, quindi non possiamo sperare di creare un’elettronica nuova in tempi così rapidi come abbiamo fatto senza un buon kit di base per aiutarci a farlo”.
Secondo Dupras chi riuscirà ad avere una qualche sorta di vantaggio tecnologico avrà un enorme potere, perciò si aprirà una nuova era di “accattonaggio” della vecchia elettronica. “I componenti non potranno essere più prodotti, ma ce ne saranno miliardi in giro per il mondo. Chi riuscirà a creare nuovi progetti sfruttando quei componenti a bassa tecnologia diventerà molto potente”.
La trama di un film insomma. “Tra quei componenti ci sono microcontrollori, che sono particolarmente potenti ma hanno bisogno di strumenti complessi (spesso computer) per programmarli. I computer, dopo un paio di decenni, si guasteranno irreparabilmente e non saremo più in grado di programmare i microcontrollori”.
Per evitare questo destino, Dupras ritiene che dovremo disporre di un sistema che può essere progettato usando elettronica di recupero e microcontrollori programmati. “Abbiamo anche bisogno di una generazione di ingegneri che ci seguano per poter creare nuovi progetti invece di ereditare un retaggio di macchine che non possono ricreare e mantenere a malapena”.
È qui che entra in gioco Collapse OS, il cui progetto è già su GitHub in cerca di persone che vogliano contribuire al suo sviluppo. “Lo sto facendo per mitigare un rischio che penso sia reale. Non è inevitabile, ma è abbastanza probabile da valere questo modesto sforzo”, ha aggiunto Dupras a Vice.
Lo sviluppatore ritiene che Collapse OS debba essere in grado di funzionare anche su un microprocessore Zilog Z80 a 8 bit (1976), perché “è stato in produzione per così tanto tempo e usato in così tante macchine, che gli “spazzini” - come li definisce lui - avranno buone possibilità di metterci le mani sopra”.
Collapse OS dovrà inoltre funzionare su sistemi minimali e improvvisati, attraverso interfacce di fortuna - tastiere, schermi e mouse -, permettere la modifica di file di testo, la compilazione di file sorgente per un’ampia gamma di MCU e CPU, leggere e scrivere su molti dispositivi di archiviazione e replicare sé stesso”.
“Inoltre, l'obiettivo di questo progetto è quello di essere il più autonomo possibile. Con una copia di questo progetto, una persona capace e creativa dovrebbe essere in grado di costruire e installare Collapse OS senza risorse esterne (ad esempio Internet) su una macchina di sua progettazione, costruita con parti di recupero a bassa tecnologia”.
Al momento Collapse OS funziona su un cosiddetto “homebrew computer” (un computer fatto in casa, amatoriale) basato su chip Z80 chiamato RC2014 e teoricamente può funzionare anche sulla console Sega Genesis.
"Penso che potrei finirlo da solo, ma ho pensato che sarebbe stato più divertente avere a che fare con un paio di altri sviluppatori", ha scritto su Reddit lo sviluppatore. “La partecipazione richiede un insieme molto specifico di inclinazioni (credere nel crollo) e competenze (di elettronica e dello Z80). Penso che esistano pochissime persone che soddisfino tali requisiti. Ma se ci sono mi piacerebbe trovarle”.