Clearview AI ha cercato di acquistare 700 milioni di dati personali

L'azienda di riconoscimento facciale tentò di acquistare numeri di previdenza sociale e foto segnaletiche per ampliare il suo database.

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a cura di Andrea Maiellano

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Un'inchiesta ha recentemente portato alla luce le manovre di Clearview AI, controversa azienda di riconoscimento facciale, che ha tentato di acquistare quasi 700 milioni di fascicoli di arresti, completi di informazioni altamente sensibili. Il tentativo, dal valore di circa un milione di dollari, avrebbe potuto fornire all'azienda non solo fotografie segnaletiche, ma anche numeri di previdenza sociale, indirizzi di residenza e contatti personali di centinaia di milioni di individui, ampliando drasticamente la portata del già imponente database dell'azienda.

Un impero di volti costruito nell'ombra

Mentre il mondo scopriva con sgomento l'esistenza di Clearview AI attraverso un'inchiesta del New York Times nel 2020, la società lavorava già da anni nell'ombra. La sua attività principale consisteva nella raccolta di miliardi di fotografie prelevate da piattaforme social come Facebook e LinkedIn, utilizzate poi per alimentare uno strumento di riconoscimento facciale venduto alle forze dell'ordine.

Documenti recentemente ottenuti da 404 Media rivelano però un piano ancora più ambizioso: l'acquisizione di 690 milioni di fascicoli di arresti e 390 milioni di fotografie segnaletiche provenienti da tutti i 50 stati americani. La transazione, avviata a metà 2019, avrebbe dovuto concretizzarsi attraverso Investigative Consultant, Inc. (ICI), una società di intelligence che vantava accesso a decine di migliaia di database.

Quando l'affare sfuma ma le ambizioni restano

L'accordo tra Clearview e ICI si è però arenato in un contenzioso legale, con reciproche accuse di violazione contrattuale. La disputa è finita in arbitrato, con una decisione nel 2024 favorevole a Clearview AI, che ha ottenuto il diritto alla restituzione del denaro versato. Ad oggi, tuttavia, ICI non ha ancora effettuato alcun rimborso, costringendo Clearview a richiedere un'ordinanza del tribunale.

È interessante notare che il presidente di ICI, Donald Berlin, era già stato accusato in passato di aver fabbricato rapporti di intelligence e di diffamazione, sollevando interrogativi sulla credibilità dell'intera operazione.

Un mosaico di dati sensibili

Ciò che emerge con particolare preoccupazione da questa vicenda è il tentativo di Clearview di ottenere non solo immagini, ma anche dati estremamente sensibili come i numeri di previdenza sociale. L'azienda, che oggi si vanta di possedere "il più grande database conosciuto di oltre 50 miliardi di immagini facciali provenienti da fonti web pubbliche", stava evidentemente cercando di espandere ulteriormente la portata delle sue informazioni.

Secondo un documento per investitori esaminato dal Washington Post, l'ambizione dichiarata di Clearview era quella di raccogliere immagini sufficienti a garantire che "quasi tutti nel mondo siano identificabili". Lo stesso rapporto menziona investimenti milionari per l'acquisto di dati, anche se non è chiaro se i numeri di previdenza sociale fossero parte di questi piani.

Il pregiudizio algoritmico e le sue vittime

L'acquisizione di foto segnaletiche per un sistema di riconoscimento facciale solleva seri rischi per la privacy, come sottolinea Jeramie Scott, consulente senior del Progetto sulla Supervisione della Sorveglianza dell'EPIC. Il problema è duplice: da un lato vi sono i pregiudizi algoritmici intrinseci nei sistemi di riconoscimento facciale, dall'altro il potenziale pregiudizio umano degli agenti di polizia che esaminano le immagini.

Numerose persone innocenti sono state arrestate sulla base di tecnologie di riconoscimento facciale che le hanno erroneamente identificate. Questi errori hanno colpito quasi esclusivamente persone nere, in parte perché la tecnologia è meno accurata con i volti di persone nere e marroni.

"Se i risultati di ricerca di Clearview AI non solo restituiscono i dati dal web ma collegano anche gli individui alle loro presunte foto segnaletiche e dati correlati, questo condizionerà i revisori umani," ha spiegato Scott a 404 Media. "Quando si esaminano i risultati di ricerca di Clearview AI e si vedono più corrispondenze, il revisore sarà probabilmente orientato verso la persona con la foto segnaletica, il che avrà un impatto sproporzionato sulle persone nere e marroni, già sovrarappresentate nel sistema giudiziario penale."

Un futuro incerto tra espansione e controversie legali

L'acquisto di dati altamente personali come numeri di previdenza sociale e dati di localizzazione ha attirato l'attenzione dei regolatori e del Congresso. L'accesso a informazioni così sensibili è facilmente reperibile online, con le autorità che hanno incriminato alcuni venditori di tali dati.

Clearview AI affronta ora un futuro incerto, stretta tra una serie di cause legali e multe da parte dei regolatori in tutto il mondo. L'azienda ha dichiarato di aspettarsi una crescita sotto la seconda amministrazione Trump, specialmente con un nuovo CEO al timone, ma potrebbe essere costretta a cedere quasi un quarto della sua proprietà per risolvere almeno una complessa causa collettiva sui dati biometrici.

A livello internazionale, i regolatori hanno inflitto multe multimilionarie per violazioni della privacy, anche se Clearview AI ha vinto alcuni casi in appello. Resta da vedere se l'azienda riuscirà mai a recuperare il milione di dollari da ICI o dal suo presidente: invece di trasferire il denaro a un servizio di deposito a garanzia, Clearview lo ha depositato direttamente sul conto corrente personale di Berlin, complicando ulteriormente il recupero.

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