Le infrastrutture di comunicazione globale sono sotto attacco, con un preoccupante aumento di sabotaggio ai cavi sottomarini che solleva seri allarmi tra i principali operatori di telecomunicazioni mondiali. Vodafone, Telefonica (proprietaria di O2) e Orange hanno lanciato un appello congiunto ai vertici di NATO, Regno Unito e Unione Europea, mettendo in guardia contro il rischio crescente di blackout internet su scala planetaria. La vulnerabilità di questi cavi, vere e proprie autostrade digitali che attraversano gli oceani trasportando il 95% del traffico dati internazionale, è diventata un nuovo fronte di tensione geopolitica, con Russia e Cina nel mirino dei sospetti.
La lettera aperta inviata dalle compagnie di telecomunicazioni non lascia spazio a interpretazioni: "Le ripercussioni dei danni ai cavi sottomarini si estendono ben oltre l'Europa, potenzialmente compromettendo infrastrutture internet e di alimentazione globali, comunicazioni internazionali, transazioni finanziarie e servizi critici in tutto il mondo". Un allarme che giunge dopo una serie inquietante di incidenti che hanno danneggiato almeno 11 cavi sottomarini nel Mar Baltico dall'ottobre 2023, oltre a diverse interruzioni segnalate nel Mare del Nord.
Gli episodi hanno alimentato timori di sabotaggi orchestrati da attori ostili, con oltre 50 navi russe avvistate in aree ad alta densità di cavi nel Mar Baltico. Il Regno Unito sta monitorando con particolare attenzione la nave spia russa Yantar, sospettata di mappare infrastrutture sottomarine critiche per potenziali operazioni future.
La vulnerabilità delle autostrade digitali sottomarine
Il sistema nervoso della connettività globale è costituito da oltre 500 cavi in fibra ottica distesi sui fondali oceanici, che trasportano il 95% di tutti i dati internazionali. La loro ubicazione remota li rende particolarmente difficili e costosi da monitorare, creando un "ventre molle" nelle infrastrutture critiche mondiali. Come ha sottolineato Matt Western, presidente del comitato congiunto sulla strategia di sicurezza nazionale britannico: "Con il peggioramento dell'ambiente geopolitico, stati stranieri cercano modi asimmetrici per metterci a rischio. La nostra rete di cavi internet appare come un ventre molle sempre più vulnerabile".
L'allarme è tale che i parlamentari britannici hanno avviato un'indagine sulla capacità del Regno Unito di difendere le proprie infrastrutture sottomarine dagli attacchi. Il Segretario alla Difesa John Healey ha descritto a gennaio le interruzioni come "un altro esempio di crescente aggressività russa", lanciando un messaggio diretto: "Voglio che il presidente Putin senta questo messaggio: ti vediamo, sappiamo cosa stai facendo e non ci tireremo indietro dall'intraprendere azioni decise per proteggere questo paese".
Anche la Cina è finita nel mirino dei sospetti dopo una serie di incidenti verificatisi nelle acque intorno a Taiwan, ampliando lo spettro delle minacce potenziali a questa infrastruttura vitale. La diversificazione della rete permette attualmente di reindirizzare il traffico in caso di incidente e i paesi hanno la capacità di intervenire rapidamente per riparare i cavi danneggiati, ma l'aumento degli attacchi malevoli da parte di attori ostili richiede un significativo potenziamento delle misure di sicurezza governative.
Le compagnie di telecomunicazioni chiedono che l'intera rete di cavi sottomarini venga classificata come infrastruttura critica, garantendo così un livello adeguato di protezione e investimenti in sicurezza. Sollecitano inoltre una semplificazione dei processi di autorizzazione e delle strutture di governance, oltre a una maggiore collaborazione tra UE, Regno Unito e NATO nella condivisione di intelligence e iniziative congiunte di monitoraggio e sorveglianza.
Il problema è particolarmente rilevante per operatori come Vodafone, uno dei maggiori proprietari britannici di cavi sottomarini dopo l'acquisizione di centinaia di migliaia di chilometri di cavi da Cable & Wireless in un accordo da 1 miliardo di sterline nel 2012. Ma la tecnologia è sempre più nelle mani dei giganti tecnologici statunitensi, tra cui Google, Facebook e Microsoft, che hanno investito massicciamente in queste infrastrutture cruciali per supportare la crescente domanda di servizi cloud e connettività globale.
Siete ridicoli con questi articoli "acchiappa click" e soprattutto sparate news così come vi vengono imposte.
Dove sono le prove? Navi russe e cinesi intorno ai siti sensibili?! Solo sospetti. Potrebbe essere stata qualsiasi potenza mondiale senza prove palesi. Con ausilio di sommergibili ad esempio, che sono difficilmente individuabili.
Questo commento è stato nascosto automaticamente. Vuoi comunque leggerlo?