Era il 27 gennaio del 2020 quando Motherboard e PCMag hanno pubblicato i risultati di un’inchiesta che mirava a smascherare la vendita di dati di milioni di utenti da parte di Avast. Le due testate hanno scoperto contratti e altri documenti che attestano la vendita di dati confidenziali da parte di Avast tramite una sua compagnia sussidiaria acquistata il 27 settembre 2013: Jumpshot.
I leaks mostrano prove della vendita dei dati ad alcuni potenziali clienti come Pepsi, Google, Yelp, Microsoft e molte altre. I documenti mostrano anche come l’azienda Jumpshot, acquistata e controllata da Avast, impacchettasse i dati degli utenti creando vari prodotti che sarebbero poi stati venduti al miglior offerente. I dati raccolti da PCMag e Motherboard includono: ricerche Google, ricerche su GoogleMaps, visite a pagine LinkedIn, particolari ricerche YouTube e anche dati relativi alle interazioni in siti come PornHub e YouPorn.
Avast si è difesa dicendo che nessun dato include informazioni personali anche se gli esperti confermano che è facilmente possibile risalire all’utente che ha effettuato la ricerca grazie alla ricchezza delle informazioni raccolte. Jumpshot è stata chiusa 3 giorni dopo questa fuga di dati. Avast conta più di 400 milioni di utenti attivi ma secondo le indagini solo (si fa per dire) i dati di 100 milioni di utenti sono stati venduti.
L’ente ceco per la protezione dei dati personali ha quindi avviato un’indagine preliminare volta al recupero di informazioni riguardanti il caso. Intanto Avast dopo aver chiuso Jumpshot si è scusata ufficialmente con i suoi utenti dichiarando che la protezione delle persone è la priorità in Avast.
Se siete interessati al tema della sicurezza dei nostri dati in rete vi consigliamo vivamente di leggere La dittatura dei dati di Brittany Kaiser (lo trovate qui su Amazon), scritto dalla talpa che ha fatto partire lo scandalo di Cambridge Analytica.