Un dipendente della Banca di Italia, Domenico Greco, si ritrova al centro di una controversia legale contro la Cassa di Sovvenzione e Risparmio della Banca di Italia (CSR), dopo essere stato vittima di una truffa che gli ha causato la perdita di 107.020 euro dal suo conto bancario.
La vicenda ha origine da una telefonata ricevuta da Greco nel mese di febbraio, in cui un presunto funzionario di Nexi gli chiedeva di cliccare su alcuni link per sbloccare le sue carte di credito, senza richiedere credenziali o codici. Non sospettando nulla, Greco seguì le istruzioni.
Successivamente, Greco si rese conto che quattro bonifici fraudolenti erano stati effettuati dal suo conto interno presso la Banca di Italia, per un totale di 136.990 euro. Tuttavia, un errore nell'immissione dei numeri di conto nel primo bonifico fece sì che questo fosse respinto da Poste Italiane e il denaro riaccreditato sul conto di Greco, riducendo l'ammontare totale della frode a 107.020 euro.
La situazione si complica ulteriormente quando emerge che la CSR potrebbe aver inconsapevolmente agevolato il furto. Prima della telefonata fraudolenta, i colleghi di Greco riferiscono di aver ricevuto una mail dalla sua casella di posta elettronica aziendale con la richiesta di un reset del token. La CSR avrebbe proceduto con la richiesta, spianando involontariamente la strada alla truffa.
Nonostante ciò, la CSR si rifiuta di riconoscere la propria responsabilità nel rimborso della somma a Greco. In fase di mediazione, la CSR tenta invano di richiamare i bonifici, ma le Poste Italiane non rispondono entro la scadenza di 10 giorni. Questo, insieme ad altre complicazioni nella procedura, porta alla decisione finale della CSR di non risarcire Greco. Davanti a questa situazione, l'avvocato di Greco avanza con una causa legale contro la CSR per ottenere il rimborso dei fondi persi.