Asus: costi in aumento per la delocalizzazione dalla Cina

Asus, si trova ad affrontare scelte difficili mentre si prepara a possibili cambiamenti geopolitici e all'introduzione di nuovi dazi.

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a cura di Andrea Maiellano

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La crescente tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina sta costringendo i produttori di hardware a riconsiderare le proprie strategie produttive e di prezzo. Asus, uno dei leader del settore, si trova ad affrontare scelte difficili mentre si prepara a possibili cambiamenti geopolitici e all'introduzione di nuovi dazi. L'azienda taiwanese, pur avendo già avviato un processo di diversificazione produttiva al di fuori della Cina, ammette che potrebbe essere costretta ad aumentare i prezzi entro la fine dell'anno per compensare i costi aggiuntivi legati alla riorganizzazione della propria catena di approvvigionamento.

La strategia di Asus di fronte ai dazi americani

Durante una recente conferenza con investitori e analisti finanziari, un co-CEO di Asus ha delineato la posizione dell'azienda riguardo l'impatto dei possibili dazi. "Cercheremo di mantenere questi costi entro un livello ragionevole. Tuttavia, con ulteriori adeguamenti delle linee di produzione, potrebbe diventare necessario trasferire alcuni di questi costi ai nostri clienti", ha dichiarato il dirigente.

La dichiarazione arriva in un momento in cui diversi produttori tecnologici stanno già implementando aumenti di prezzo. Nonostante questo trend, Asus sembra voler resistere il più possibile: "Faremo del nostro meglio per limitare l'impatto di questi cambiamenti sui nostri clienti, cercando di mantenere la nostra offerta la più competitiva possibile sia in termini di qualità del servizio che di prezzo".

Il fenomeno della delocalizzazione produttiva

L'amministrazione americana entrante ha lasciato intendere che potrebbero essere introdotti nuovi dazi sulle importazioni dalla Cina. In risposta a questa minaccia, numerose aziende tecnologiche stanno spostando la loro produzione verso altri paesi. Colossi come Dell e HP hanno iniziato questo processo anni fa, costruendo catene di approvvigionamento flessibili capaci di mitigare l'impatto dei dazi.

La riorganizzazione produttiva ha un costo che qualcuno dovrà pagare e in molti casi saranno i consumatori.

Per Asus e altri produttori che stanno iniziando solo ora questa transizione, la sfida è duplice: da un lato il trasferimento di impianti produttivi richiede tempo, durante il quale i dazi dovranno comunque essere pagati; dall'altro, l'allestimento di nuove strutture produttive comporta investimenti significativi che inevitabilmente impattano sui margini di profitto o, in alternativa, sui prezzi finali per i consumatori.

Assorbire i costi o aumentare i prezzi?

Il piano di Asus prevede inizialmente di minimizzare l'impatto sui clienti attraverso una gestione proattiva degli effetti dei dazi. L'azienda intende assorbire internamente una parte dell'impatto economico attraverso l'adeguamento della produzione e strategie di gestione dell'inventario, come lo spostamento delle sedi di produzione a livello globale.

Mantenere la competitività dei prezzi rimane una priorità per Asus, indicando che eventuali aumenti sarebbero attentamente considerati e mantenuti al minimo. Tuttavia, il produttore taiwanese ha riconosciuto che se i costi dovuti ai dazi diventassero significativamente alti o persistenti, potrebbero essere costretti a trasferire parzialmente questi costi ai clienti, ma solo nella misura necessaria.

Una politica di prezzi all'insegna della cautela

La posizione di Asus appare orientata a un approccio cauto. "Stiamo osservando che alcuni marchi stanno già iniziando ad apportare modifiche ai loro prezzi al dettaglio per coprire i loro costi", ha affermato il co-CEO. "Ma per Asus, faremo del nostro meglio per limitare l'impatto di questi cambiamenti sui nostri clienti, cercheremo di mantenere la nostra offerta la più competitiva in termini di qualità del servizio e prezzo".

In sostanza, la strategia di Asus è quella di dare priorità al mantenimento di prezzi competitivi, potenzialmente accettando una certa pressione sui margini nel breve termine. Tuttavia, l'azienda non esclude adeguamenti limitati dei prezzi se l'impatto dei dazi dovesse diventare significativo, cercando di bilanciare la necessità di sostenibilità finanziaria con il mantenimento di un'offerta attraente per i consumatori.

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